Meta Platforms, l’azienda madre di Facebook, ha recentemente deciso di portare le sue lamentele sulle normative europee direttamente all’attenzione del Presidente Trump. Joel Kaplan, direttore delle politiche globali di Meta, ha dichiarato durante una conferenza a Monaco che l’azienda intende evidenziare al governo statunitense il trattamento “discriminatorio” riservato alle aziende tecnologiche americane in Europa.

Questa mossa rappresenta l’ennesimo tentativo dei giganti tecnologici statunitensi di sfruttare la politica “America First” dell’amministrazione Trump per contrastare le regolamentazioni europee. Kaplan ha sottolineato che “quando le aziende vengono trattate in modo diverso e in un modo che è discriminatorio nei loro confronti, allora questo dovrebbe essere evidenziato al governo di quella società”.

Le normative europee richiedono alle aziende tecnologiche di limitare la diffusione di quella che considerano disinformazione. Tuttavia, l’amministrazione Trump ha esercitato pressioni affinché le aziende allentino le loro politiche di moderazione dei contenuti, sostenendo che limitare la disinformazione equivale a censurare le opinioni conservatrici.

In un contesto in cui le prospettive su cosa costituisca disinformazione variano notevolmente tra Stati Uniti ed Europa, Meta sembra voler giocare su entrambi i fronti. Da un lato, lamenta le stringenti normative europee; dall’altro, cerca di allinearsi con l’approccio più permissivo dell’amministrazione Trump.

Questa strategia solleva interrogativi sulla coerenza e sull’etica delle grandi aziende tecnologiche. È davvero appropriato cercare protezione governativa per evitare regolamentazioni progettate per proteggere il pubblico dalla disinformazione? E quale messaggio invia questo comportamento ai miliardi di utenti che si affidano a queste piattaforme per informazioni accurate?

Mentre Meta piange sul latte versato delle normative europee, resta da vedere se l’abbraccio dell’amministrazione Trump offrirà il sollievo desiderato o se porterà a ulteriori complicazioni in un panorama regolamentare sempre più complesso.