Eccoci di nuovo, con Elon Musk che fa saltare il banco con un’altra delle sue trovate da showman dell’era tech. Questa volta tocca a Grok-3, l’ultima creatura di xAI, un modello di linguaggio che Musk definisce “scary smart”. Se stai pensando che sia l’ennesimo tentativo di Musk di dominare anche l’intelligenza artificiale, beh, hai perfettamente ragione. La presentazione è stata una celebrazione dell’elefantiasi tecnologica: 200.000 GPU, un supercomputer chiamato “Colossus” – nome azzeccato quanto modesto – e una promessa di potenza di calcolo senza precedenti.

Colossus non è solo un supercomputer, ma un monolite di 200.000 GPU Nvidia, il più grande cluster di addestramento AI del mondo, costruito in soli 122 giorni. Per rendere le cose ancora più teatrali, Musk ha sottolineato come la sfida maggiore non sia stata sviluppare Grok-3, ma assemblare questo mostro informatico. A sentirlo parlare, sembrerebbe quasi che il codice si sia scritto da solo per paura di finire schiacciato sotto tutto quel silicio.

Muscoli Digitali e Cervelli d’Acciaio

Ovviamente, non poteva mancare la classica gara a chi ce l’ha più… potente. Musk ha dichiarato che xAI mira a quintuplicare la potenza di Colossus, promettendo il cluster GPU più potente mai creato sulla faccia della Terra. Praticamente, un tentativo di dimostrare che la quantità può davvero fare la differenza, o almeno creare abbastanza rumore da distrarre chiunque dalla domanda fondamentale: è davvero così intelligente o è solo molto veloce a rispondere?

Musk si è vantato di prestazioni da capogiro nei benchmark, con Grok-3 che primeggia in matematica, scienze e persino nella scrittura di codice. C’è da dire che gli sviluppatori di xAI sono stati furbi: prima di rivelare l’identità del modello, lo hanno testato in modalità anonima (codenamed “Chocolate”) su LLM Arena, dove gli utenti hanno inconsapevolmente preferito Grok-3 a qualsiasi altro modello. Una mossa astuta per evitare accuse di bias o favoritismi, e un colpo da maestro per creare l’hype necessario prima del grande annuncio.

“Scary Smart” o Spaventosa Scopiazzatura?

Nonostante l’aura di innovazione, la dimostrazione dal vivo di Grok-3 ha lasciato molti con la sensazione di déjà vu. Risolvere problemi di fisica? Scrivere codice da zero? Impressionante, sì, ma ChatGPT, Claude e persino Gemini di Google ci erano già arrivati. Musk ha dichiarato che Grok-3 è “scary smart”, ma a giudicare dalla presentazione, sembra più “scary similar” a quello che già conosciamo.

E mentre Musk cantava le lodi della sua creatura, il suo rivale giurato, Sam Altman di OpenAI, non è rimasto a guardare. Ha prontamente risposto su X (ovviamente), proclamando che il suo GPT-4.5 è “tantalizingly close to AGI”. In altre parole, Altman ha fatto capire che mentre Musk si diverte con i giocattoli, lui sta puntando direttamente all’Intelligenza Artificiale Generale. Lo ha fatto con la stessa sottigliezza di un elefante in una cristalleria, mettendo in chiaro che la sfida non è solo sui numeri, ma sull’intelligenza reale.

Una Guerra Fredda dell’Intelligenza Artificiale

Il duello Musk-Altman ha radici profonde. I due hanno co-fondato OpenAI nel 2015, ma Musk se n’è andato nel 2018 dopo che la sua proposta di fusione con Tesla è stata respinta. Da allora, la rivalità si è trasformata in una vera e propria guerra fredda tecnologica, con tanto di tentativi di acquisizione miliardari e cause legali incrociate. Musk accusa OpenAI di aver tradito la sua missione non-profit alleandosi con Microsoft, mentre Altman lo dipinge come un despota mancato. Insomma, una telenovela degna di Netflix.

Grok-3: Genio o Bluff?

Dietro tutto l’hype e i numeri da capogiro, rimane la domanda: Grok-3 è davvero l’IA rivoluzionaria che Musk promette o è solo l’ennesimo atto di prestidigitazione del maestro dell’hype? Certo, i benchmark sono impressionanti, e la versione “Reasoning Beta” sembra promettere meraviglie nei test di matematica. Ma quando si è passati alla dimostrazione pratica, è stato difficile non notare che le “novità” di Grok-3 erano stranamente simili a funzionalità già viste altrove.

In più, non mancano le voci critiche. Un dipendente di xAI, Benjamin De Kraker, ha lasciato l’azienda dopo aver osato dire che Grok-3 era inferiore a ChatGPT in alcuni test di coding. La reazione del management è stata così rapida e furiosa che verrebbe quasi da chiedersi cosa stiano cercando di nascondere. Anche Charles Hoskinson di Cardano si è inserito nella diatriba offrendo un posto di lavoro al ribelle, come a dire che, in fondo, il talento conta più dell’hype.

Follia o Visione?

C’è un aspetto affascinante in tutto questo: Musk sta giocando una partita diversa, spingendo la scala computazionale oltre ogni limite immaginabile. Grok-3 potrebbe davvero rappresentare una svolta, ma non tanto per quello che è oggi, quanto per quello che potrebbe diventare domani. Se c’è una cosa che Musk sa fare, è vendere sogni. E per quanto l’ennesimo “scary smart” possa sembrare solo uno slogan, non si può negare che sta riscrivendo le regole del gioco.

Alla fine, la vera domanda non è se Grok-3 sia l’IA definitiva, ma se Musk riuscirà a trasformare tutta questa potenza di calcolo in qualcosa di più di una gigantesca macchina per produrre hype. E mentre lui e Altman continuano a lanciarsi frecciate su X, il resto del mondo dell’IA guarda, prende appunti e si prepara al prossimo colpo di scena.

Dopotutto, se c’è una cosa che Musk ci ha insegnato, è che nel suo show niente è mai come sembra