Negli ultimi tempi, l’esperienza di ricerca su Google è stata profondamente trasformata dall’integrazione di AI Overview, una funzionalità che offre una sintesi automatizzata dei risultati. Tuttavia, per molti utenti, questa funzione si è rivelata più un fastidio che un vantaggio, alterando il modo in cui le informazioni vengono presentate e limitando la visibilità dei risultati organici. Fortunatamente, esistono metodi per aggirare questa sovrapposizione di intelligenza artificiale senza dover necessariamente abbandonare Google come motore di ricerca.

Una delle soluzioni più efficaci consiste nell’aggiungere “udm=14” all’URL predefinito della ricerca nel browser. Questo semplice trucco disabilita l’AI Overview, restituendo l’esperienza di ricerca a un formato più tradizionale. La procedura può sembrare complessa, ma si tratta semplicemente di modificare l’URL di ricerca predefinito nelle impostazioni del browser. Questo approccio permette di continuare a utilizzare Google senza essere influenzati dalle interpretazioni dell’intelligenza artificiale.

Se modificare l’URL sembra complicato, c’è un’alternativa ancora più semplice e geniale: utilizzare il sito creato da Ernie Smith, autore di Tedium, che ha sviluppato uno strumento capace di applicare automaticamente questo “codice Konami di disenshittificazione” alle ricerche su Google. Questo sito funge da interfaccia per le ricerche, garantendo un’esperienza pulita e priva di AI Overview senza richiedere modifiche manuali alle impostazioni del browser.

Un’altra strategia, sorprendentemente efficace, consiste nell’usare termini volgari o linguaggio colorito nelle ricerche. Google tende infatti a disattivare l’AI Overview per le query considerate “sensibili” o potenzialmente offensive, mostrando invece risultati più organici. Naturalmente, questo metodo non è applicabile a tutte le ricerche, ma può rivelarsi utile in contesti informali o per esplorazioni meno convenzionali.

Questi approcci evidenziano come sia ancora possibile mantenere il controllo sull’esperienza di ricerca, nonostante l’avanzata dell’intelligenza artificiale. In un mondo in cui gli algoritmi cercano di anticipare le intenzioni degli utenti, sapere come aggirare tali filtri diventa un potere prezioso per chi desidera un accesso più diretto e trasparente alle informazioni.

Per ulteriori dettagli, è possibile consultare l’articolo su Tedium di Ernie Smith, che approfondisce le motivazioni e le tecniche per “disenshittificare” Google.