L’industria dell’intelligenza artificiale sta assistendo a un cambiamento radicale con la decisione di Figure AI di interrompere la collaborazione con OpenAI. La startup americana, fondata con l’obiettivo di sviluppare robot umanoidi dotati di AI avanzata, ha dichiarato di aver raggiunto una svolta tecnologica tale da rendere inutile l’integrazione con i modelli linguistici di OpenAI.

Brett Adcock, CEO di Figure AI, ha annunciato la decisione in un post sui social media, spiegando come il progresso dell’azienda abbia reso obsoleta la necessità di dipendere da fornitori esterni. L’accordo con OpenAI era stato siglato pochi mesi fa, in concomitanza con un round di finanziamento da 675 milioni di dollari che aveva portato la valutazione di Figure AI a 2,6 miliardi di dollari, con l’obiettivo di lanciare il robot Figure 02. Ma ora, con un’intelligenza robotica sviluppata interamente in-house, Figure AI ha scelto di staccarsi da OpenAI, sottolineando che i modelli linguistici sono diventati una commodity e rappresentano solo una piccola parte dell’ecosistema dell’intelligenza artificiale.

La mossa di Figure AI riflette un trend più ampio nel settore AI. OpenAI stessa sta ricostruendo il proprio team di robotica, come evidenziato dalla recente domanda di marchio che menziona espressamente “robot umanoidi”. Inoltre, il panorama dell’AI sta subendo un’accelerazione senza precedenti con l’ingresso di nuove realtà come DeepSeek, il laboratorio cinese che ha rivoluzionato il settore costruendo modelli AI altamente performanti con un budget ridotto rispetto ai colossi americani. DeepSeek R1 ha dimostrato di poter competere con i modelli di OpenAI a una frazione del costo, spingendo molte aziende a rivalutare il rapporto costo-beneficio dell’integrazione con le AI proprietarie di OpenAI.

Figure AI sembra aver colto al volo questa opportunità, puntando su un’architettura proprietaria capace di combinare intelligenza artificiale, visione artificiale e capacità di azione fisica in un unico sistema. L’azienda ha già siglato un accordo con BMW Manufacturing per introdurre robot umanoidi nella produzione automobilistica e ha recentemente stretto una seconda partnership con un importante cliente americano. Secondo Adcock, questi accordi potrebbero portare alla produzione di 100.000 robot nei prossimi quattro anni, creando economie di scala e migliorando la raccolta dati per addestrare le future generazioni di AI embodied.

Il punto cruciale del progresso di Figure AI sta nel suo motore dati proprietario, che consente ai robot di apprendere e adattarsi in tempo reale attraverso soluzioni di cloud ed edge computing. A differenza delle soluzioni tradizionali, che dipendono da un’intelligenza artificiale centralizzata, i robot di Figure AI possono processare dati direttamente a bordo, riducendo la latenza e aumentando l’efficienza operativa.

Se la promessa di Adcock si concretizzerà, nei prossimi 30 giorni Figure AI potrebbe svelare un’innovazione senza precedenti nel settore della robotica umanoide. La sua affermazione secondo cui la società sta per mostrare “qualcosa che nessuno ha mai visto prima su un umanoide” lascia intendere che la competizione con OpenAI e altri player del settore è solo all’inizio.

La grande domanda ora è se la scelta di Figure AI di operare senza il supporto di OpenAI sarà davvero una mossa vincente o se, invece, rischia di isolarsi da un ecosistema che continua a evolversi rapidamente. Nel frattempo, la partita dell’AI embodied è appena entrata in una nuova fase, con Figure AI che si posiziona come una delle aziende più aggressive nel ridefinire il futuro della robotica.