Il concorso, in programma per la partita tra Kansas City e Philadelphia del 9 febbraio, è una strategia di acquisizione utenti che definire aggressiva sarebbe un eufemismo. I partecipanti possono accumulare fino a 26 iscrizioni al sorteggio attraverso un mix di download, referral e utilizzo effettivo dell’app durante il match. Purtroppo non siamo residenti USA.

Perplexity sta cavalcando un’onda di crescita notevole, con la sua base utenti che in tre mesi è esplosa del 50%, passando da 10 a 15 milioni di utenti attivi al mese. Un dettaglio irrilevante per chi vive nel terrore di ricevere più notifiche push del dovuto, ma decisamente interessante per gli investitori, sempre a caccia del prossimo unicorno tech su cui scommettere.

Di recente, la compagnia di San Francisco ha lanciato una versione self-hosted del controverso modello di ragionamento DeepSeek R1, riservandolo ai suoi utenti premium. Per i più paranoici, il CEO Aravind Srinivas ha subito chiarito che tutto questo raffinato processamento AI avviene solo su server statunitensi ed europei. Insomma, i dati non finiranno nei meandri della Grande Muraglia Digitale. Almeno non direttamente.

Non contenta, Perplexity ha introdotto un assistente AI per lo shopping per i suoi utenti Pro negli Stati Uniti e, con una mossa che ha fatto strabuzzare gli occhi persino ai veterani della Silicon Valley, ha presentato una proposta di fusione per le operazioni statunitensi di TikTok. Se può permettersi di comprarsi TikTok, allora un misero milione di dollari per una trovata pubblicitaria sembra un’inezia.

Le regole del concorso? Più semplici di un tutorial su come usare ChatGPT. Devi essere residente negli Stati Uniti, avere almeno 18 anni e dimostrare un entusiasmo quasi religioso nell’invitare amici e tempestarli di domande durante la partita. Fatto ciò, verrai inserito in un’estrazione casuale un’ora dopo il fischio finale. Facile, no?

Per rendere il tutto ancora più immediato, hanno lanciato un portale web con tanto di QR code per scaricare l’app e cominciare a giocare. Dopotutto, l’importante è eliminare ogni resistenza psicologica tra l’utente e la sua futura dipendenza da domande generate dall’ansia esistenziale.

Al momento, nessun altro colosso dell’AI sembra aver deciso di buttarsi nei giveaway in stile lotteria di paese, ma il Super Bowl sarà comunque invaso da spot pubblicitari che celebrano la magia dell’intelligenza artificiale. Secondo i dati di Polymarket, gli scommettitori sono più che certi che Google sarà della partita.

“Manderemo in onda 50 spot, uno per ogni stato, raccontando la storia di 50 piccole imprese che usano l’AI per fare di più”, ha annunciato il colosso di Mountain View la scorsa settimana. Praticamente una versione tech del Sogno Americano, ma senza il rischio di svegliarsi con i debiti.

OpenAI è al momento il favorito per un’apparizione pubblicitaria, con una probabilità del 58% di trasmettere uno spot. Se vi piacciono le scommesse disperate, invece, DeepSeek ha solo l’1% di possibilità di ottenere un posto nel grande show. Ma mai dire mai: se c’è una cosa che l’AI ha dimostrato, è che può sorprenderti… proprio quando stavi iniziando a pensare che fosse solo un altro giocattolo costoso.