Yann LeCun, il guru dell’intelligenza artificiale e capo scienziato AI di Meta, ha lanciato una previsione tanto eccitante quanto inquietante: un’altra rivoluzione dell’IA è dietro l’angolo, probabilmente entro il 2030. Ma prima di sognare un maggiordomo robot che ti serve il caffè al mattino o un’auto che ti porta al lavoro senza il minimo intervento umano, c’è una piccola questione da risolvere: l’intelligenza artificiale di oggi è brillante nel manipolare il linguaggio, ma è praticamente cieca e sorda quando si tratta del mondo fisico.

Diciamolo chiaro: questi sistemi generano frasi affascinanti, sfornano poesie e analisi finanziarie, ma se gli metti davanti una tazza e un cucchiaino, non sanno nemmeno chi dei due va dentro l’altro. Ed è esattamente il punto di LeCun. Finché l’IA non svilupperà una vera comprensione della realtà fisica, possiamo scordarci robot domestici degni di Star Wars e auto che non necessitano di piloti umani.

Nonostante il clamore mediatico attorno a ChatGPT e soci, LeCun smonta le aspettative di un’IA con intelligenza umana o animale. Anzi, secondo lui sarebbe già un miracolo se riuscissimo a creare un sistema intelligente quanto un gatto. Non un genio della fisica quantistica, non un super hacker, ma un comune felino, che almeno sa quando è il momento giusto per buttare un oggetto giù dal tavolo.

LeCun sta lavorando su modelli in grado di prevedere come si comporta il mondo reale, il che suona molto bene finché non ci rendiamo conto che siamo ancora ai primi passi. In altre parole, la strada verso l’IA che può afferrare un bicchiere senza rovesciarne il contenuto è ancora lunga.

Accanto a LeCun, un’altra leggenda dell’IA, Yoshua Bengio, ha messo in guardia sui rischi della tecnologia. Durante il prossimo vertice globale sull’IA a Parigi, spera che i leader mondiali si rendano conto di quello che stanno scatenando: una tecnologia con un potenziale enorme, che può migliorare il mondo ma anche renderlo un posto parecchio inquietante. Non sarebbe male se qualcuno si prendesse la briga di capire come mettere qualche freno ai rischi.

Nel frattempo, LeCun, Bengio e Geoffrey Hinton, il terzo “padrino” dell’IA, sono stati insigniti del prestigioso premio Queen Elizabeth per l’ingegneria, un riconoscimento che segue i due Nobel assegnati lo scorso anno ad altri pionieri dell’intelligenza artificiale. Tra gli altri premiati troviamo Fei-Fei Li, creatrice di ImageNet, il dataset che ha insegnato ai computer a riconoscere gli oggetti, e Jensen Huang, il boss di Nvidia, che sta fornendo al mondo i chip necessari per questa rivoluzione tecnologica.

L’intelligenza artificiale sta cambiando l’industria, l’economia e il pianeta, eppure siamo ancora lontani da quel futuro in cui i robot faranno tutto per noi. Quindi, almeno per ora, se vuoi una birra dal frigo… dovrai ancora alzarti e prenderla da solo.