La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina continua a intensificarsi, e questa volta il bersaglio è Google. In una mossa che sembra più una risposta politica che una vera indagine di mercato, il governo cinese ha annunciato un’indagine antitrust contro il colosso di Mountain View e una nuova serie di dazi su prodotti americani strategici, tra cui petrolio, gas naturale liquefatto, macchinari agricoli e pick-up. L’annuncio arriva pochi giorni dopo l’introduzione di nuovi dazi del 10% da parte degli Stati Uniti sulle importazioni cinesi.
L’indagine su Google, condotta dall’Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato, è avvolta nel mistero: nessun dettaglio è stato fornito su quali norme siano state potenzialmente violate. Considerando che Google ha ritirato il suo motore di ricerca dalla Cina nel 2010 e che servizi come YouTube e Google Maps sono già bloccati nel Paese, la questione appare più simbolica che sostanziale. Tuttavia, Google continua a fare affari con aziende cinesi che acquistano pubblicità per promuovere prodotti all’estero, generando miliardi di dollari in entrate. Se la Cina dovesse colpire questo flusso di ricavi, l’impatto sarebbe più tangibile.
Nel frattempo, la risposta cinese ai dazi americani è mirata a settori strategici. Il colpo ai settori energetico e manifatturiero americani indica che Pechino vuole rendere il più dolorosa possibile la guerra commerciale per Washington, evitando però di compromettere beni essenziali per la propria economia. L’America dipende sempre più dalle esportazioni di gas naturale, mentre l’industria automobilistica e agricola sono politicamente sensibili, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali.
Se da un lato queste mosse possono sembrare parte di un gioco geopolitico cinico, dall’altro evidenziano una realtà innegabile: la globalizzazione sta diventando sempre più frammentata e dominata da tattiche aggressive. La vera domanda non è chi vincerà questa battaglia, ma fino a che punto Stati Uniti e Cina sono disposti a spingersi prima che il costo diventi insostenibile per entrambi.