Nella strana galassia di Elon Musk, dove le regole del capitalismo sembrano piegarsi alla sua volontà, la pubblicità non è più un gioco di seduzione tra aziende e consumatori, ma un campo di battaglia legale. Mentre la maggior parte delle aziende mediatiche si affanna a convincere venditori di vino e ristoranti a investire nei loro spazi pubblicitari, Musk ha scelto un metodo più… diretto: il contenzioso.
Sabato, la sua X (ex Twitter, perché cambiare nomi è una delle sue specialità) ha aggiornato una causa già esistente contro la World Federation of Advertisers, aggiungendo alla lista dei cattivi una serie di nuovi inserzionisti, tra cui Nestlé, Abbott Laboratories, Colgate-Palmolive, Lego, Pinterest, Shell e Tyson Foods. Il motivo del contendere? Questi grandi marchi avrebbero cospirato per “trattenere collettivamente miliardi di dollari di entrate pubblicitarie” dalla sua piattaforma.
Per Musk, si tratta di una vera e propria congiura. Questi malvagi inserzionisti non solo si sono coalizzati contro di lui, ma lo hanno fatto anche “contro il loro stesso interesse personale”. Una tesi interessante, se non fosse che manca di un dettaglio fondamentale: la logica. Perché mai un’azienda dovrebbe boicottare una piattaforma se ci perde dei soldi? Ah, già, secondo Musk non esiste una spiegazione razionale, ma solo la perfida volontà di metterlo in difficoltà. E pensare che, invece, forse volevano solo che X fosse un posto più presentabile per la pubblicità, magari con un minimo di moderazione sui contenuti tossici.
Prevedere come si concluderà questa causa sarebbe azzardato. I tribunali sono un po’ come il mercato azionario: imprevedibili e spesso influenzati da variabili imperscrutabili. Ma c’è un dato di fatto incontestabile: fare causa ai tuoi potenziali clienti non è esattamente la strategia commerciale del secolo.
Nel frattempo, Musk non si ferma. Di recente ha chiesto al governo federale di eliminare le normative “per impostazione predefinita” e, se proprio servissero, di aggiungerle solo dopo. Un approccio alla regolamentazione che ricorda il suo stile di gestione aziendale: smontare tutto e vedere cosa succede. Funzionerà? Probabilmente no, ma almeno ci regala qualche titolo divertente.
In attesa di scoprire come finirà l’ennesima battaglia di Musk contro il mondo, possiamo solo ammirare la sua coerenza: se la realtà non si adatta ai suoi desideri, si passa direttamente alle denunce.