Siamo nel 2025, l’anno in cui il fotoritocco non è più appannaggio di nerd con Wacom e Adobe Creative Cloud. Ora bastano due dita, una vaga idea, e l’AI fa il resto. La guerra non è più “Photoshop contro GIMP”, ma “quanto velocemente riesce una macchina a leggere nella tua mente visiva”. La creatività umana è diventata una request API e l’estetica si produce on demand.
Mentre Adobe cerca disperatamente di convincerti che Firefly sia ancora il centro del mondo creativo, il mercato è stato invaso da strumenti AI che hanno mandato in pensione anche il più nerd dei designer. Qui sotto ti racconto senza fronzoli chi sono i veri padroni del fotoritocco nel 2025. Spoiler: molti non li trovi neanche nella suite Adobe.
Cominciamo dal padrino dell’AI imaging di oggi, RunwayML. Nel 2024 ha preso lo slancio, ma nel 2025 è diventato un carro armato. Non è solo un editor: è un regista visuale, un pittore, un chirurgo estetico per immagini. Offre un inpainting assurdo, rimozione oggetti in tempo reale, generazione video da testo (che funziona davvero) e un’interfaccia drag-and-drop da far arrossire Canva. E soprattutto: funziona via browser. Nessun plugin, nessuna installazione. È diventato lo standard nel content creation “senza mani”.
Poi c’è il gioiellino nerd-oriented: Krea.ai. Se sei uno di quelli che vuole controllo quasi assoluto sull’output, questa piattaforma ti tratta come un semi-dio dell’editing. Fusiona l’editing vettoriale con l’intelligenza generativa. Dici cosa vuoi, la AI ti propone variazioni, tu le modifichi direttamente sul canvas con logica da designer, ma senza sapere nulla di design. È il ponte perfetto tra creatività e algoritmo. Se sei un CTO che non ha tempo per impaginare un visual per il pitch deck, ma vuole far credere che l’ha fatto un team di designer a Berlino, qui trovi la tua arma.
Un altro nome che ha fatto rumore è Magnific.ai, un servizio che prende le immagini e le potenzia come se fossero dopate. Non stiamo parlando di un semplice “aumenta la risoluzione”, ma di intelligenza morfologica sull’upscale: aggiunge dettagli che non esistono, li costruisce coerentemente con lo stile, la texture, la luce. È l’AI che fa “enhance” come nei film crime americani, solo che stavolta funziona davvero. Ha sdoganato il concetto di “refinement creativo”, dove l’output dell’AI grezza passa a una fase di raffinazione autonoma.
Naturalmente non si può ignorare Adobe Firefly 2.0, che nel 2025 si è finalmente scrollato di dosso l’etichetta di “AI per boomer creativi”. Ora funziona bene anche fuori da Photoshop, è integrato in browser, mobile, e ti permette di generare immagini da testo o modificare porzioni visive con prompt conversazionali. Peccato che Adobe ancora insista con i suoi piani a pagamento che sembrano una subscription a Netflix con inside trading incluso. La sua forza resta l’integrazione nell’ecosistema, ma la concorrenza open-source lo sta raggiungendo a una velocità spaventosa.
E qui arriva il dark horse del 2025: Hama. Questo strumento ha rivoluzionato il fotoritocco con una funzione che sembrava semplice: cancellare elementi da un’immagine. Ma lo fa perfettamente. Nessun alone, nessun glitch. Il clone stamp di Photoshop si mette a piangere nell’angolo. È gratuito, istantaneo e virale. In pratica, ogni adolescente con un telefono e una ex da cancellare ha usato Hama almeno una volta.
Chiudiamo con il jolly per content creator su scala industriale: Canva AI suite. Non è solo uno strumento di editing, è una centrale nucleare per il marketing visuale. Ti genera template, immagini, variazioni social e persino video brevi da un prompt di testo. La parte visual viene raffinata con una AI che comprende le regole base del design grafico. E no, non serve saper usare Illustrator o After Effects. Con due prompt e qualche clic ti ritrovi una campagna pubblicitaria pronta da lanciare, stile agenzia da 1000€ al giorno.
Il trend è chiaro: l’editing manuale è morto. Il nuovo paradigma si chiama “visione + AI = contenuto”. E mentre i puristi storcono il naso, i marketer, i CEO, gli artisti digitali e persino i truffatori NFT stanno già cavalcando la nuova onda.
La morale? Se nel 2025 usi ancora Photoshop per scontornare a mano… be’, stai litigando con un cavallo morto mentre il mondo guida l’auto autonoma verso il metaverso.