Sam Altman, il guru di OpenAI, ha finalmente avuto un’epifania: “Forse essere aperti non è stata la mossa migliore forse essere closed-source come una cassaforte svizzera sarebbe stato meglio” Certo, non è che la compagnia ci sia arrivata da sola, ma è stata spinta con forza da un terremoto chiamato DeepSeek, lo ha detto durante il Reddit “Ask Me Anything“, (AMA) anche se a Roma significa altro..
Durante un’illuminante sessione su Reddit, Altman ha confessato candidamente che forse OpenAI ha “sbagliato lato della storia” sul tema dell’open source. Ovviamente, non tutti in OpenAI condividono questa opinione, e nemmeno è la loro “priorità assoluta” – perché perché mai dovrebbe esserlo?
Il colpo di grazia è arrivato qualche giorno prima, quando i cinesi di DeepSeek hanno lanciato il loro modello open-source R1, capace di offrire prestazioni di alto livello a un costo ridicolo (meno di 6 milioni di dollari). Sì, avete capito bene: mentre le Big Tech bruciano miliardi di dollari per restare in testa, DeepSeek sta giocando a scacchi 4D con il budget di un caffè a Palo Alto.
Il mercato, ovviamente, ha reagito con l’entusiasmo tipico di un investitore quando scopre che ha comprato oro di cartapesta. Risultato? Nvidia ha visto evaporare 589 miliardi di dollari di capitalizzazione in un solo giorno, perché, all’improvviso, il concetto di “barriere all’ingresso” nell’IA è sembrato più fragile di una password “1234”.
Ma non temete, OpenAI ha un piano! O meglio, una bozza di piano. Weil, Chief Product Officer dell’azienda, ha rassicurato tutti dicendo che stanno pensando di open-sourcizzare i modelli più vecchi. Traduzione: “Vi daremo qualche giocattolo ormai superato e ci aspettiamo applausi.”
Altman ha riconosciuto che DeepSeek ha prodotto “un modello molto buono”, ma con quella sicurezza tipica di chi cerca di nascondere il panico sotto il tappeto ha aggiunto che OpenAI continuerà a fare modelli migliori. Tuttavia, ammette, non avranno più quel margine di vantaggio stellare a cui erano abituati.
E così, OpenAI si trova in una posizione alquanto ironica: costretta a riesumare la filosofia dell’open source che aveva abbandonato per proteggere la propria supremazia. Ma tranquilli, loro stanno ancora “cercando di capire” come farlo. Nel frattempo, DeepSeek ha già capito tutto e ha sganciato la bomba.
A proposito di futuro, Altman ha rivelato che il prossimo modello di OpenAI si chiamerà GPT-5 (non GPT-5o, perché a quanto pare le lettere contano ancora qualcosa). Quando arriverà? Mistero. Ma nel frattempo, stanno preparando nuove feature vocali e una versione potenziata del loro modello di ragionamento. Tempistiche? “Più di qualche settimana, meno di qualche mese.”
Insomma, mentre OpenAI cerca di decifrare il proprio futuro, DeepSeek ha già acceso il motore a razzo. L’open source è tornato di moda, e a quanto pare, è la Cina a dettare le regole del gioco.
Non siamo daccordo!
Il dibattito sull’intelligenza artificiale si sta intensificando, con implicazioni che vanno ben oltre la semplice competizione tecnologica.
ll Futuro dell’Intelligenza Artificiale passa per il Raddoppio degli Investimenti nell’Open Source, questo approccio, che promuove la trasparenza, la collaborazione e la condivisione delle risorse, è fondamentale per il progresso di un settore che, altrimenti, rischierebbe di diventare sempre più concentrato nelle mani di pochi colossi tecnologici.
Investire nell’open source permette a ricercatori, sviluppatori e startup di accedere a potenti strumenti senza dover affrontare gli ostacoli economici e giuridici tipici delle soluzioni proprietarie.
Con una base di codice aperta, ogni miglioramento, ogni innovazione può essere immediatamente condiviso e integrato, accelerando così l’evoluzione delle tecnologie. Inoltre, la partecipazione collettiva attraverso la community permette di scoprire nuove soluzioni a problemi che altrimenti sarebbero difficili da affrontare, spesso grazie alla diversità di pensiero che emerge da un’ampia varietà di contributori.
Questa affermazione arriva in un contesto segnato da mosse strategiche come la decisione di Microsoft di ospitare DeepSeek su Azure, la controversia su presunti utilizzi di modelli OpenAI e il ruolo del governo degli Stati Uniti nell’accelerazione dell’innovazione tecnologica attraverso iniziative legislative come SB-1047.
Uno degli obiettivi chiave di questo disegno di legge è la promozione della trasparenza e della responsabilità nell’uso dell’AI. L’idea è che le aziende e le organizzazioni che sviluppano o implementano modelli AI dovrebbero essere obbligate a fornire informazioni chiare su come funzionano i loro sistemi, su quali dati vengono utilizzati per l’addestramento e su quali sono gli impatti previsti delle loro tecnologie.
L’open source è sempre stato un motore fondamentale per il progresso tecnologico, ma il suo ruolo nell’AI è ancora più cruciale. La crescente dipendenza da modelli chiusi, controllati da poche grandi aziende, sta sollevando interrogativi sulla trasparenza, l’accessibilità e il controllo della tecnologia.
Senza un impegno deciso per l’open source, l’AI potrebbe diventare una tecnologia elitaria, con conseguenze economiche e geopolitiche significative.
L’attenzione si sposta inevitabilmente su DeepSeek, un progetto AI emergente che ha recentemente trovato casa su Azure di Microsoft. Questa scelta non è casuale: Microsoft, già principale investitore in OpenAI, sta consolidando la propria posizione di attore centrale nell’ecosistema AI, offrendo infrastrutture cloud avanzate e rafforzando il suo dominio.
Tuttavia, la decisione ha sollevato domande su come DeepSeek intenda differenziarsi, soprattutto in un contesto in cui le accuse di utilizzo improprio dei modelli OpenAI hanno creato una controversia significativa.
Se queste accuse fossero confermate, si aprirebbe una nuova fase del dibattito sulla proprietà intellettuale e sulla possibilità di derivare innovazione da modelli preesistenti senza violare regolamenti.
Il ruolo del governo statunitense nell’innovazione AI è altrettanto centrale. La legge SB-1047, che ha gettato le basi per un approccio più aggressivo nella regolamentazione e nella promozione dell’AI, è solo il primo passo. Guardando al 2025, le politiche federali potrebbero influenzare profondamente il ritmo dell’innovazione, con incentivi per il settore open source e misure per contrastare il dominio delle big tech.
Se gli Stati Uniti vogliono mantenere la leadership nell’AI, devono bilanciare il sostegno all’open source con la protezione degli asset strategici.
Il caso DeepSeek è solo un sintomo di una battaglia più ampia per il controllo dell’intelligenza artificiale. Il futuro dipenderà da come governi, aziende e comunità open source navigheranno le tensioni tra innovazione, concorrenza e sicurezza tecnologica.