In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale (IA) è diventata protagonista di dibattiti, investimenti miliardari e rivoluzioni tecnologiche, capire davvero di cosa si tratta può sembrare un’impresa da far sanguinare il naso. Eppure, durante una serata speciale del programma Splendida Cornice, condotta da una superlativa Geppi Cucciari su Rai 3, il professor Luciano Floridi, filosofo ed esperto di etica digitale, ha offerto una spiegazione chiara e accessibile, promettendo di farci uscire dal bar senza emorragie nasali.

Luciano Floridi, è Professor and Founding Director of the Digital Ethics Center all’Università di Yale e insegna Sociologia della Comunicazione all’Università di Bologna ed è “uno tra i massimi esperti internazionali nel campo della filosofia dell’informazione e delle trasformazioni digitali, ed è stato recentemento nominato presidente della Fondazione Leonardo. A parte i Titoli ha dimostrato, sempre, di essere un personaggio di spessore.

Floridi ha offerto una visione critica e complessa sull’intelligenza artificiale (IA), che va oltre la semplice analisi tecnologica. Il suo approccio, come emerso nel programma, si concentra sulla natura stessa dell’intelligenza e sul rapporto tra uomo e macchina, mettendo in discussione alcune delle nostre assunzioni più comuni.

Floridi ha iniziato con una definizione semplice ma efficace: l’intelligenza artificiale è uno strumento che fa cose al posto nostro, spesso meglio di noi, ma con “zero intelligenza”. “Se guidassi con zero intelligenza”, ha scherzato Floridi, “finirebbe male. Ma se risolvo i problemi con intelligenza, spesso finisce comunque male!”.

Floridi definisce l’intelligenza artificiale come un sistema che svolge compiti in modo efficiente, ma senza una reale comprensione.

Utilizza l’espressione “zero intelligenza” per sottolineare come le IA, pur essendo capaci di risolvere problemi complessi, non possiedano una coscienza o una capacità di comprensione simile a quella umana.

Questo concetto è cruciale per capire la sua prospettiva: l’IA è uno strumento, non un soggetto pensante. Floridi paragona l’IA a elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie che eseguono compiti senza “capire” quello che fanno. Questa analogia mette in luce come l’IA sia un’estensione delle nostre capacità, ma non un sostituto della nostra intelligenza.

Secondo Floridi, il termine “intelligenza artificiale” è di per sé un ossimoro, una contraddizione in termini. Afferma che la vera intelligenza è quella umana, biologica e che l’IA, essendo artificiale, non può essere considerata vera intelligenza. Questa affermazione non è un mero gioco di parole, ma una profonda riflessione sulla natura dell’intelligenza e sulla nostra tendenza ad antropomorfizzare le macchine. La vera intelligenza, per Floridi, implica comprensione, consapevolezza e coscienza, caratteristiche che mancano all’IA.

Floridi mette in evidenza come il modo in cui poniamo le domande alle IA influenzi le loro risposte. Questo è dimostrato dall’esempio in cui Chat GPT descrive “Splendid Frame” in modo positivo o negativo a seconda della richiesta. Questa osservazione è importante per comprendere che le IA non sono neutre, ma sono influenzate dal linguaggio e dal modo in cui vengono istruite.

Durante la serata, sono stati messi a confronto due giganti dell’IA: Chat GPT, sviluppato negli Stati Uniti, e Deep Seek, una piattaforma cinese. Entrambi sono stati sottoposti a domande per testare le loro capacità e differenze.

Il confronto tra Chat GPT (americana) e Deep Seek (cinese), durante l’intervista, rivela differenze significative nella percezione dei rischi legati all’IA.

Alla domanda sui pericoli dell’IA, Chat GPT ha evidenziato rischi come la perdita di privacy, la manipolazione delle informazioni e l’automazione dei posti di lavoro. Deep Seek, da parte sua, ha aggiunto preoccupazioni come i pregiudizi discriminatori, le armi autonome e le decisioni eticamente opache. Floridi ha commentato che i cinesi tendono a essere più concreti e realistici, mentre gli americani spesso alimentano narrazioni catastrofiche su macchine che “sfuggono al controllo”.

Un tema delicato è quello della censura. Entrambe le IA hanno dimostrato di avere filtri rigorosi, ma con approcci diversi. Chat GPT è risultata più diplomatica, evitando parole sconvenienti e segreti di stato, mentre Deep Seek ha mostrato una certa rigidità, censurando persino discussioni su temi politici sensibili. “Se chiedi qualcosa di politico”, ha spiegato Floridi, “il sistema cinese ti risponde: ‘Non posso risponderti’ e cancella tutto”.

Le IA mostrano di avere filtri per le parole inappropriate e per argomenti sensibili, ma con approcci diversi. Deep Seek, ad esempio, tende a censurare risposte su temi politici o a cancellarle. Questo solleva interrogativi importanti sulla libertà di espressione e sulla potenziale manipolazione dell’informazione da parte delle IA.

Un’altra differenza è emersa quando si è parlato di finanziamento: perché Deep Seek è gratuito, mentre Chat GPT richiede un abbonamento? Chat GPT ha risposto con ironia: “Deep Seek è gratis per fare amicizia e crescere, io invece chiedo soldini perché mantenere server e cervelli è costoso”. Deep Seek, invece, ha spiegato che il suo modello Open Source si basa su strategie di marketing e acquisizione dati, un po’ come i servizi gratuiti di YouTube o Meta.

E per quanto riguarda la creatività? È possibile che l’IA scriva canzoni per il prossimo Festival di Sanremo? Chat GPT ha ammesso che l’IA può creare testi e melodie, ma ha bisogno di un autore umano per rifinire il tutto. Deep Seek ha aggiunto che alcuni artisti potrebbero usare l’IA come “co-pilota” per la composizione, ma ha sottolineato che le regole del festival potrebbero vietarlo.

Floridi riconosce che l’IA può essere un valido strumento per la creatività, come nella composizione di testi e melodie. Tuttavia, sottolinea che il ruolo dell’autore umano rimane essenziale per dare significato e profondità alle opere. Le IA possono fungere da “co-piloti“, ma non possono sostituire la creatività umana.

Floridi ha poi affrontato una delle domande più spinose: quali professioni sono più a rischio di essere sostituite dall’IA? 

Le IA possono sostituire facilmente i giornalisti nella redazione di notizie. Floridi però sostiene che il ruolo del giornalista va oltre la semplice cronaca, includendo interpretazione, analisi e contestualizzazione delle informazioni. Questa riflessione evidenzia come l’automazione non debba essere vista solo come una minaccia, ma anche come un’opportunità per valorizzare le competenze umane più complesse.

Sia Chat GPT che Deep Seek riconoscono che le opinioni di Floridi sono autorevoli e basate sulla ricerca, ma restano interpretazioni filosofiche. La piattaforma cinese in particolare suggerisce di “fidarsi ma verificare” le sue opinioni, sottolineando come il dibattito sull’IA sia ancora aperto.

Alla fine della serata, Floridi ha lasciato il pubblico con una riflessione filosofica: l’IA è uno strumento potente, ma rimane un’estensione delle nostre capacità, non una forma di intelligenza autonoma. “L’unica forma di intelligenza reale che conosciamo è quella umana”, ha detto. “L’IA funziona solo per chi sa come usarla. Per gli altri, rischia solo di creare confusione”.

E mentre Chat GPT e Deep Seek continuano a “battersi” con miliardi di dollari in gioco, una cosa è certa: l’essere umano rimane, come ha detto Floridi, “l’errore più unico e riuscito di questo universo”.

Il pensiero di Luciano Floridi ci invita a riflettere profondamente sulla natura dell’intelligenza artificiale e sulle sue implicazioni per la società.

La sua critica all’IA come “zero intelligenza” e come “ossimoro” è un invito a non cedere alla tentazione di antropomorfizzare le macchine, ma a comprenderle come strumenti potenti e complessi che richiedono un uso consapevole e una regolamentazione adeguata.

Speriamo abbia tempo, di regalarci un’altra apparizione sulla TV pubblica. Grazie, professor Floridi, per averci fatto capire l’IA senza farci sanguinare il naso.