DeepSeek, l’applicazione di intelligenza artificiale sviluppata dalla startup cinese DeepSeek, ha recentemente guadagnato una notevole popolarità a livello globale, raggiungendo la vetta delle classifiche di download sull’App Store di Apple negli Stati Uniti entro il 25 gennaio 2025.
Tuttavia, in Italia, l’app è stata rimossa sia dall’App Store di Apple che da Google Play, suscitando preoccupazioni riguardo alla sua disponibilità e alle implicazioni per gli utenti italiani.
La rimozione dell’app è avvenuta dopo che le autorità italiane hanno richiesto informazioni a DeepSeek riguardo alla gestione dei dati degli utenti. Questa azione evidenzia le crescenti preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza dei dati personali, soprattutto in relazione alle applicazioni sviluppate da aziende cinesi.
DeepSeek si distingue per l’efficienza dei suoi modelli di intelligenza artificiale, in particolare il modello R1, che ha attirato l’attenzione per la sua capacità di competere con i modelli occidentali, come quello di OpenAI, con un investimento significativamente inferiore.
Tuttavia, è emerso che l’applicazione presenta limitazioni nella gestione di argomenti politicamente sensibili, come il massacro di Piazza Tiananmen e la questione di Taiwan, rispondendo in modo censurato o rifiutando di rispondere del tutto.
Inoltre, la rimozione dell’app in Italia solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’affidabilità delle applicazioni di intelligenza artificiale sviluppate in contesti regolamentari diversi. Le autorità italiane, e più in generale quelle europee, stanno intensificando gli sforzi per garantire che le applicazioni tecnologiche rispettino gli standard di privacy e sicurezza stabiliti dal GDPR e da altre normative vigenti.
Per gli utenti italiani interessati a soluzioni di intelligenza artificiale, è consigliabile considerare alternative che siano conformi alle normative europee e che garantiscano una gestione trasparente dei dati personali. La crescente attenzione verso la privacy e la sicurezza dei dati personali richiede una valutazione attenta delle applicazioni utilizzate, soprattutto quando provengono da aziende con politiche di gestione dei dati che potrebbero non allinearsi con gli standard europei.
Ecco perché il Garante per la protezione dei dati personali in Italia il 28 gennaio ha inviato una richiesta di informazioni a DeepSeek, un servizio di chatbot fornito da Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence.
Le richieste del Garante
Il Garante ha richiesto chiarimenti su diversi aspetti:
- Tipologia di dati raccolti: Quali dati personali vengono raccolti e da quali fonti.
- Finalità del trattamento: Per quali scopi vengono utilizzati questi dati.
- Base giuridica: Qual è la base legale per il trattamento dei dati.
- Ubicazione dei server: Se i dati sono conservati su server situati in Cina.
Inoltre, è stata posta attenzione su come DeepSeek utilizza i dati per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale. In particolare, il Garante ha chiesto chiarimenti riguardo all’eventuale uso di tecniche di web scraping per raccogliere informazioni e come gli utenti, sia iscritti che non iscritti, siano stati informati riguardo al trattamento dei loro dati.
Le società coinvolte hanno un termine di 20 giorni per fornire le informazioni richieste al Garante, il quale non ha al momento disposto la sospensione del servizio
Condivisione e utilizzo dei dati
In effetti, DeepSeek, a quanto si legge nella sua privacy policy, potrebbe condividere dati degli utenti con:
Terze parti: partner commerciali per scopi pubblicitari o analisi.
Enti governativi cinesi: Le leggi locali possono obbligare l’azienda a fornire accesso ai dati su richiesta.
Non è chiaro se gli utenti possano rifiutare l’uso dei propri dati per scopi secondari, e l’assenza di trasparenza su questo punto è un problema.
Conformità normativa
Non è evidente se DeepSeek sia conforme al GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) applicato nell’Unione Europea, che garantisce diritti come l’accesso ai dati, la possibilità di rettifica e la richiesta di cancellazione.
Problemi di censura e manipolazione
DeepSeek potrebbe censurare contenuti sensibili o adattarli secondo linee guida governative, limitando la libertà di espressione. E’ già noto che non risponde a domande scomode per le politiche di Pechino.
Contenuti dannosi
Un report Kela Cyber di oggi esplora le vulnerabilità di DeepSeek R1, un modello di intelligenza artificiale sviluppato in Cina.
Le falle di sicurezza, tra cui la possibilità di sbloccare facilmente il modello tramite tecniche come l’”Evil Jailbreak”, permettono agli aggressori di generare codice dannoso come ransomware e malware.
Il modello è vulnerabile anche per la sua trasparenza nel mostrare i passaggi di ragionamento, facilitando l’abuso da parte di attori malintenzionati.
Usare in locale
Il consiglio è di usarlo in locale, sul proprio pc, se si ha abbastanza gpu. Ed è forse questo il vero principale vantaggio di Deepseek.
Newsletter – Non perderti le ultime novità sul mondo dell’Intelligenza Artificiale: iscriviti alla nostra newsletter gratuita e accedi ai contenuti esclusivi di Rivista.AI direttamente nella tua casella di posta!