Silicon Valley ha un nuovo incubo: DeepSeek, la startup cinese che è riuscita a sviluppare modelli AI avanzati con un budget da pizza e birra rispetto ai miliardi di dollari bruciati da OpenAI. Un miracolo? O forse un po’ di sana, vecchia ingegneria inversa con una spruzzata di “prendiamo in prestito e vediamo come va”?
Microsoft e OpenAI hanno lanciato un’indagine perché sospettano che DeepSeek abbia usato le API di OpenAI per addestrare i propri modelli. Secondo fonti interne, a fine 2024 sono stati individuati enormi flussi di dati in uscita dagli account sviluppatore di OpenAI, apparentemente collegati a DeepSeek. In altre parole, qualcuno ha trovato il rubinetto aperto e ha riempito la piscina.
La distillazione o l’arte di farsi un GPT-4 low cost
OpenAI afferma di aver trovato prove che DeepSeek abbia usato la “distillazione”, una tecnica che permette di addestrare un modello AI più piccolo estraendo informazioni da uno più grande. Praticamente, l’equivalente di un sommelier che assaggia un vino da 1000 dollari e riesce a riprodurlo con un cartone da supermercato. Brillante, sì. Legale? Non proprio.
Ironia della sorte, OpenAI si lamenta che qualcuno abbia “rubato” i suoi dati, dimenticando che il suo primo modello GPT è nato esattamente allo stesso modo: divorando l’intero web senza troppe cerimonie. Ma a quanto pare, se lo fai per primo sei un pioniere, se lo fanno gli altri è furto di proprietà intellettuale.
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Trump, la Cina e il grande gioco dell’IP
David Sacks, lo zar dell’intelligenza artificiale di Trump, ha commentato la vicenda dicendo che “è possibile” che ci sia stato un furto di proprietà intellettuale. Perché, certo, è improbabile che una startup cinese possa sviluppare tecnologia avanzata senza prendere ispirazione da quella americana. Un po’ come dire che senza McDonald’s, in Europa nessuno avrebbe mai scoperto come fare un panino.
OpenAI, nel frattempo, ha rassicurato tutti che sta adottando “contromisure” per proteggere la sua tecnologia e che sta lavorando a stretto contatto con il governo USA. Traduzione: stiamo cercando di blindare la porta, anche se i cavalli sono già scappati da un pezzo.
Quindi, alla fine, DeepSeek ha davvero rubato? Forse. Ha violato i termini di servizio? Probabile. Ma la vera domanda è: se OpenAI avesse avuto l’occasione di fare lo stesso con un competitor, avrebbe resistito alla tentazione?