In un momento cruciale per l’economia mondiale, l’incontro annuale del World Economic Forum del 2025 ha costituito una piattaforma per promuovere il dialogo, la cooperazione e le partnership, alla quale hanno partecipato 3.000 leader di governo, imprenditori, società civile e mondo accademico provenienti da oltre 130 paesi, tra cui 350 capi di stato e di governo e ministri, che si sono confrontati sul tema “Collaborazione per l’era intelligente”.
In un contesto in cui gli scenari geopolitici e geoeconomici stanno attraversando un cambiamento di paradigma, l’incontro ha esplorato come sfruttare i vantaggi delle nuove tecnologie in modo responsabile, rafforzare la resilienza sociale ed economica, salvaguardare il pianeta e promuovere la sicurezza regionale e globale.
“Il futuro non si dispiega e basta. Il futuro è plasmato dalle persone”, ha affermato Klaus Schwab, fondatore e presidente del consiglio di amministrazione del World Economic Forum. “Abbracciando un ottimismo costruttivo e credendo nella nostra capacità collettiva e nel nostro impegno per migliorare lo stato del mondo, possiamo dare forma all’Età Intelligente, come un’era in cui ogni essere umano può realizzare il proprio pieno potenziale”.
“Siamo in uno dei momenti più complessi e consequenziali delle generazioni, in cui correnti geopolitiche, geoeconomiche e tecnologiche in rapida evoluzione stanno plasmando le nostre società e le nostre industrie e continueranno a farlo per gli anni a venire” è stata la dichiarazione di Børge Brende, Presidente e CEO del World Economic Forum. “In quest’era di incertezza, dobbiamo trovare modi per lavorare insieme perché la forza non può sostituire il discorso e il conflitto non può sostituire il compromesso”.
Ricostruire la fiducia
Mentre il rapido cambiamento tecnologico impatta sulle società, e in mezzo a crescenti tensioni geopolitiche e geoeconomiche, con uno spostamento verso la multipolarità e una crescente competizione tra potenze globali, i leader hanno chiesto cooperazione e resilienza globali.
“In un momento di maggiore turbolenza geopolitica, ci sono importanti segnali che la cooperazione continua a migliorare le vite, in particolare a livello regionale”, ha affermato Mirek Dušek, amministratore delegato del World Economic Forum. “In tutto il mondo, molte economie si stanno intensificando per collaborare tra loro per promuovere programmi innovativi e di crescita per tutti”.
Il presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump, tra le altre cose, ha osservato che vorrebbe “incontrare presto il presidente Putin” e “far cessare la guerra”, evidenziando l’elevato costo umano del conflitto in Ucraina.
Chiamato in causa dalle dichiarazioni di Trump, il vicepremier della Repubblica Popolare Cinese, Ding Xuexiang, ha dichiarato che “il protezionismo non porta da nessuna parte. La guerra commerciale non ha vincitori”.
Di cambio di marcia ha parlato invece Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea riferendosi alla crescita dell’Europa. “Non dovremmo dare nulla per scontato” sono state le sue parole, “dobbiamo cercare nuove opportunità ovunque si presentino. Questo è il momento di impegnarci oltre i blocchi e i tabù. E l’Europa è pronta per il cambiamento”.
Intervenuto sui delicati equilibri internazionali, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, ha sottolineato come “dal Medio Oriente all’Ucraina, al Sudan e oltre, ci troviamo ancora di fronte a una dura battaglia” aggiungendo di non voler rinunciare “a invocare la pace, ma una pace fondata sui valori: la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale, incluso il diritto internazionale umanitario, e i principi di sovranità, indipendenza politica e integrità territoriale degli stati”.
Si è parlato poi tanto anche di Medio Oriente. “La nostra intera politica estera è a favore della mediazione, della facilitazione e del mantenimento di una comunicazione aperta con tutti, per portare la pace attraverso la mediazione, non attraverso le guerre”, ha affermato Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani, Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri dello Stato del Qatar, mentre Isaac Herzog, Presidente di Israele, ha accolto con favore il recente cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, ma ha messo in guardia contro un ottimismo ingiustificato: “voglio essere lucido e cauto… ci sono opportunità, ma anche rischi. Dobbiamo assicurarci che ciò non accada mai più”, ha affermato.
Settimane dopo il crollo improvviso del regime di Bashar al-Assad, Asaad Hasan AlShaibani, Ministro degli Affari della Siria, ha delineato i piani del nuovo governo dichiarando “non guarderemo al passato. Guarderemo al futuro. E promettiamo al nostro popolo che questa miseria non si ripeterà”, aggiungendo poi che il governo rispetterà i diritti delle donne e rifiuterà la divisione settaria che ha a lungo afflitto il paese.