Lo scorso 23 gennaio, Antonio Polito ha pubblicato un articolo su Il Corriere della Sera che affronta una delle questioni più dibattute del nostro tempo: il ruolo delle grandi aziende tecnologiche, le cosiddette Big Tech, nel plasmare il futuro della democrazia liberale. Secondo Polito, colossi come Amazon, Apple, Meta, Google e TikTok hanno acquisito un potere senza precedenti, trasformando i cittadini in consumatori inconsapevoli e creando nuove forme di controllo sociale attraverso la profilazione dei dati e l’Intelligenza Artificiale.
Il potere delle Big Tech
Le aziende tecnologiche non sono semplicemente protagoniste del mercato, ma esercitano un’influenza tale da poter condizionare le decisioni politiche e sociali su scala globale. Come sottolinea Polito, i servizi offerti da questi giganti sono diventati indispensabili nella vita quotidiana di miliardi di persone, alimentando un modello economico basato sulla raccolta e monetizzazione dei dati personali. Questo ha portato alla creazione di una sorta di “oligopolio digitale“, in cui il potere si concentra nelle mani di pochi attori privati.
Il rischio della concentrazione dei Big Data
Polito evidenzia come la rivoluzione tecnologica in corso, trainata dall’Intelligenza Artificiale, rischi di accentuare le disuguaglianze e favorire sistemi sempre più autoritari. La capacità di gestire e sfruttare i Big Data, ovvero le enormi quantità di informazioni personali generate dagli utenti, rappresenta una risorsa strategica che le democrazie occidentali stanno faticando a regolamentare. Al contrario, paesi come la Cina sembrano trarre vantaggio da questa situazione, utilizzando la tecnologia per rafforzare il controllo sociale.
Una tecnologia non neutrale
Contrariamente alla narrativa diffusa, Polito afferma che la tecnologia non è neutrale: il suo impatto dipende da come viene utilizzata e da chi la controlla. Se in passato l’avvento dei personal computer e di Internet aveva favorito una maggiore democratizzazione dell’accesso alle informazioni, oggi l’ecosistema digitale si sta trasformando in uno strumento di sorveglianza e condizionamento, capace di influenzare comportamenti e opinioni.
La sfida della regolamentazione
Di fronte a questo scenario, Polito solleva la necessità di un intervento urgente da parte delle istituzioni democratiche per regolamentare il potere delle Big Tech e garantire un accesso equo e trasparente ai dati. Secondo l’autore, è essenziale che i governi si dotino di strumenti adeguati per bilanciare gli interessi economici con quelli del bene pubblico, al fine di preservare i principi della liberal-democrazia.
In conclusione possiamo dire che l’analisi di Antonio Polito offre uno spunto di riflessione critico sulla direzione che sta prendendo la società nell’era dell’Intelligenza Artificiale. La sfida è quella di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti fondamentali, affinché il progresso digitale non diventi un ostacolo alla libertà individuale e collettiva.
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