Facciami il riepilogo della settimana, l’ironia sottile e sferzante del futuro tecnologico. Si parla tanto del progetto Stargate, con tutta l’aria pomposa di un sogno faraonico, eppure, come brillantemente riassunto dal Financial Times, non c’è un soldo in cassa e nessuno sembra sapere dove trovarli. Se vi sembra un progetto epico alla maniera di Hollywood, non siete lontani dalla realtà: tante luci, grandi proclami, e dietro le quinte… il nulla.
Nonostante il roboante annuncio, Stargate è un progetto in piena crisi adolescenziale: ambizioni smisurate e zero disciplina. Secondo fonti interne, il piano è tutt’altro che definito. Manca una struttura, un budget concreto, e soprattutto, manca chi paghi il conto. Ma ecco la magia della Silicon Valley: finché puoi pronunciare parole come “intelligenza artificiale”, “cluster” e “GW” con un’aria sufficientemente seria, trovi sempre qualcuno disposto ad ascoltarti.
L’analisi di SemiAnalysis (SA) è illuminante e, ovviamente, crudelmente dettagliata. Solo i primi 100 miliardi – sì, avete letto bene, i primi cento miliardi – sembrano avere una minima base concreta. Sarebbero destinati all’impianto Oracle-Crusoe-Lancium ad Abilene, Texas, dove, per capirci, ci sono più mucche che server al momento. Il progetto, originariamente previsto per 1 GW di capacità, è ora cresciuto fino a 2,2 GW, con una capacità IT critica di 1,8 GW. Per chi non mastica il linguaggio tecnico, pensate a una struttura così grande da far sembrare la vostra centrale elettrica di quartiere una batteria da torcia.
Veniamo al nodo della questione: il denaro. OpenAI e SoftBank dovrebbero mettere insieme 38 miliardi di dollari, 19 a testa. Una cifra che, però, nessuno dei due ha attualmente in tasca. OpenAI dovrà scavare nei fondi di venture capital, mentre SoftBank probabilmente venderà una parte della sua quota in Arm per rimediare i soldi. Oracle e MGX, dal canto loro, aggiungeranno altri 7 miliardi, lasciando agli “altri investitori” e al debito il compito di coprire il resto. Un progetto che sembra finanziato più dalla fede che da un portafoglio.
E quei famigerati 400 miliardi di dollari aggiuntivi? Più una speranza che una realtà, per ora. Certo, se l’intelligenza artificiale continua a fare progressi, potrebbe diventare il nuovo oro nero e tutti correranno a investire. Ma, ad oggi, è come guardare un mago che tenta di estrarre un coniglio dal cappello… e il cappello è vuoto.
Poi c’è il lato gossip, perché in ogni grande progetto tecnologico c’è sempre una dose generosa di egomania. Elon Musk, mai timido nel dire la sua, ha immediatamente ridicolizzato il progetto, affermando che OpenAI e SoftBank stanno “fumando crack” se pensano di riuscire a finanziare Stargate. Ha anche insinuato che Altman, CEO di OpenAI, stia costruendo castelli in aria.
Altman, da parte sua, ha risposto nel modo più Silicon Valley possibile: si è lanciato in una campagna per ingraziarsi chiunque, persino la Casa Bianca. L’ironia è che questo sforzo è avvenuto nel mezzo di una lite tra Musk e Trump, con Altman che ha cercato di sfruttare ogni tensione per spostare i riflettori su di sé. Come se tutto questo non fosse già abbastanza surreale, Musk ha suggerito che Satya Nadella di Microsoft avrebbe potuto fare di meglio, al che Nadella ha risposto tagliente: “Quei soldi servono per costruire cose utili per il mondo reale, non per sogni da miliardari.”
E alla Fine?
Che dire, Stargate è l’ennesima opera teatrale della Silicon Valley, con tutti gli ingredienti: promesse ambiziose, intrighi finanziari, lotte di potere e, naturalmente, un piano che esiste più nella fantasia che nella realtà. Ma non temete, è solo questione di tempo prima che qualche venture capitalist credulone firmi un assegno. Nel frattempo, il resto di noi può godersi lo spettacolo.