È quasi surreale assistere all’ennesimo capitolo della saga TikTok, un mix di geopolitica, economia creativa e pura commedia teatrale. Ora il palcoscenico è il World Economic Forum a Davos, dove le dichiarazioni del CEO di General Atlantic, Bill Ford, su un possibile compromesso legale per salvare TikTok da un ban negli Stati Uniti, hanno acceso nuovi (e forse futili) dibattiti.

Ford, che è anche membro del consiglio di ByteDance, ha proposto un’idea piuttosto vaga: “Non credo che necessariamente debba significare una cessione”. Interessante, certo, ma che tradotto potrebbe suonare come un “Non abbiamo la minima idea di come risolvere questa cosa”. Intanto, il presidente Trump, durante una conferenza stampa che sembrava più uno show televisivo, ha ventilato l’idea che Elon Musk e Larry Ellison possano acquistare TikTok. Ellison, quasi come in uno sketch di Saturday Night Live, ha risposto: “Sembra un buon affare per me, signor presidente”. Nessuno dei due, naturalmente, ha dato il minimo segno di reale interesse, ma lo spettacolo è servito.

Un’Aria di Deja-Vu

Se tutto questo vi sembra familiare, è perché lo è. L’idea di salvare TikTok attraverso un’operazione “strutturalmente americana” era già emersa nel 2020, con Oracle e Walmart protagonisti di una strategia durata meno di un trend virale sulla piattaforma stessa. All’epoca, si parlava di creare una sussidiaria a maggioranza americana, ma senza toccare il cuore pulsante dell’app: il suo algoritmo. Lo stesso algoritmo che oggi resta l’elefante nella stanza, o meglio, il panda nel salotto.

Gli “Acquirenti” del Mese

Ecco che, come in un casting aperto, nuovi personaggi fanno il loro ingresso nella scena. Jesse Tinsley, un imprenditore tecnologico noto per aver riportato in vita una startup fintech fallita, ha dichiarato pubblicamente di aver messo insieme un gruppo di investitori americani per acquistare TikTok. Tra questi, spicca il nome di Jimmy Donaldson, meglio conosciuto come MrBeast, la star di YouTube. Ma attenzione, un portavoce di MrBeast ha prontamente smentito l’esclusività dell’accordo, aggiungendo un tocco di dramma alla vicenda.

A seguire, troviamo AI Perplexity, che pare abbia presentato un’offerta secondo CNBC, e un consorzio guidato dal miliardario Frank McCourt e dall’investitore di Shark Tank Kevin O’Leary. Non da ultimo, l’ex CEO di Activision Bobby Kotick, che sembra aspettare che Trump ritorni in carica per concretizzare la sua proposta. Tutto molto entusiasmante, se non fosse che la legge cinese vieta la vendita dell’algoritmo di ByteDance senza l’approvazione di Pechino, il che rende la maggior parte di queste offerte poco più che un esercizio di pubbliche relazioni.

TikTok Senza Algoritmo: Una Scatola Vuota?

La vera questione, come sottolineato da Franklin Graves, avvocato esperto in tecnologia e media, è semplice: senza il famigerato algoritmo, TikTok è solo un brand. Senza la magia che trasforma persone comuni in star virali, l’app rischia di diventare una scatola vuota. E Pechino, a quanto pare, non sembra intenzionata a cedere questa gemma tecnologica all’Occidente.

I Rivali Ballano sul Cadavere di TikTok (o Quasi)

Nel frattempo, mentre TikTok rimane nell’incertezza, i concorrenti non perdono tempo. Reddit e Snapchat stanno offrendo sconti significativi agli inserzionisti per attrarre chi cerca alternative pubblicitarie. Snap, ad esempio, offre un credito del 20% agli inserzionisti che spendono oltre 100.000 dollari. Un’occasione troppo ghiotta per non sfruttare la confusione attuale.

E TikTok? Mercoledì pomeriggio l’app non era ancora disponibile sugli store di Apple e Google negli Stati Uniti. Gli utenti esistenti possono ancora accedervi, ma per quanto?