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Salve, cari lettori!

Larry Ellison, fondatore e presidente di Oracle, sembra essersi improvvisamente guadagnato il ruolo di protagonista nel grande show della tecnologia. Domenica, Oracle ha fatto il colpo di teatro riportando TikTok in auge e, pochi giorni dopo, è salita sul palco accanto a SoftBank e OpenAI nell’annuncio del presidente Donald Trump di un ambizioso progetto per un centro dati sull’intelligenza artificiale dal costo stimato fino a 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.

Trump, con il suo stile inconfondibile, ha elogiato Ellison definendolo un “uomo straordinario”, non semplicemente un dirigente tecnologico, ma “il CEO di tutto”. Questo nonostante Oracle, con una capitalizzazione di mercato di “appena” 480 miliardi di dollari, sembri una startup in confronto ai giganti del cloud come Amazon, Microsoft e Google, che viaggiano ciascuno tra i 2,4 e i 3,2 trilioni. E no, Trump non ha sbagliato i numeri: Oracle è la piccola fiammiferaia in questa favola digitale.

Non è tutto. Oracle detiene solo il 3% del mercato del cloud, secondo Synergy Research Group, contro il 32% di Amazon, il 23% di Microsoft e il 12% di Google. Quindi, perché questo improbabile ruolo da protagonista nel mega-progetto AI? Ah, i misteri del potere. Curiosamente, Microsoft, storico sostenitore di OpenAI, viene relegata a un ruolo ambiguo di “partner tecnologico” (qualunque cosa significhi).

L’unica cosa che sembra spingere Oracle verso il futuro è la scarsità di capacità di calcolo necessaria per supportare l’intelligenza artificiale, una domanda che ha fatto salire il suo titolo del 58% lo scorso anno. E ora, con il coinvolgimento nel progetto AI, la compagnia ha guadagnato un ulteriore 7% in borsa. Ma è giustificata questa euforia? Difficile dirlo, visto che i dettagli del progetto restano volutamente nebulosi. Oracle, a quanto pare, è uno dei finanziatori iniziali di “equity”, ma senza una cifra chiara, la vaghezza regna sovrana.

Poi c’è il pasticcio TikTok. Oracle ha riportato l’app in vita domenica, fidandosi della promessa di Trump di emettere un ordine esecutivo per ritardare il ban. Peccato che, secondo alcuni congressisti, l’ordine esecutivo non abbia alcun peso legale per aggirare la legge sul “ban o vendi”. Ellison, con il suo sorriso da giocatore d’azzardo, sembra puntare tutto sul fatto che nessuno avrà il coraggio di attaccare Oracle su questo fronte. Stranamente, però, Apple e Google non condividono lo stesso ottimismo: TikTok rimane bandito dai loro app store.

E ora cosa? Beh, è facile immaginare Ellison che si prepara a una mossa più audace. Un’alleanza tra Oracle e le imprese di Elon Musk per acquistare il 50% di TikTok non sembra poi così fantascientifica, specialmente se Trump riuscisse a negoziare un compromesso con la Cina. Durante il briefing, Trump ha persino suggerito che sia Ellison che Musk potrebbero essere gli acquirenti ideali per TikTok.

Larry Ellison si sta dimostrando più che un semplice dirigente d’azienda. Sta giocando su più tavoli, sfidando colossi e regole con un approccio che lo sta trasformando nell’uomo da tenere d’occhio. La vera domanda è: quanto durerà il suo spettacolo prima che qualcuno spenga i riflettori?