Dal 20 al 24 gennaio 2025, il piccolo villaggio alpino di Davos, in Svizzera, ospiterà la 55ª edizione del World Economic Forum (WEF), con la partecipazione di oltre 3.000 leader politici, economici, e sociali provenienti da tutto il mondo, tra cui 60 tra capi di Stato e Primi Ministri, per discutere le questioni più urgenti che modellano il futuro del pianeta. Molta attesa per la partecipazione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che parteciperà al Forum con un collegamento video il 23 gennaio.
Tra gli ospiti più attesi figurano poi la la Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola e il segretario generale della NATO Mark Rutte.
Oltre ai vertici delle istituzioni europee a Davos saranno presenti diversi premier, dallo spagnolo Pedro Sanchez al cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz, mentre, per quanto riguarda l’Italia, nel momento in cui scriviamo, risulta confermata la presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci. Rimane incerta la partecipazione della Premier Giorgia Meloni e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Tra i rappresentanti del mondo dell’economia e dell’industria italiana saranno presenti l’AD di Eni Claudio Descalzi, il Presidente di Enel Paolo Scaroni, il Ceo di Acea Fabrizio Palermo e, sul fronte bancario, il Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina e quello di Unicredit Andrea Orcel.
Attesi anche i rappresentati delle big tech, dal Presidente di Google Sanjay Gupta e di Amazon Andy Jassy, al numero uno di Microsoft Satya Nadella. Non è invece atteso Elon Musk, punta di lancia dell’offensiva trumpiana contro quel mondo dei fautori della globalizzazione dell’economia che, da sempre, ha caratterizzato il forum di Davos.
Il tema dell’edizione 2025 sarà l’intelligenza Artificiale, che già aveva monopolizzato le discussioni in occasione dell’edizione 2024. Il titolo del Forum di quest’anno è “Collaborazione nell’Era dell’Intelligenza” e si propone di affrontare una vasta gamma di temi di cruciale rilevanza globale, tra le quali troviamo:
- Tensioni geopolitiche e nazionalismo: le crescenti rivalità tra le grandi potenze e la frammentazione economica saranno al centro delle discussioni, con un focus sulla necessità di un dialogo internazionale;
- Crisi climatica: rimane una priorità assoluta, con un’attenzione particolare a soluzioni innovative per accelerare la transizione verso un futuro sostenibile;
- Innovazione tecnologica: l’impatto dell’Intelligenza artificiale e dei social media sull’economia, la società e la governance sarà uno dei temi centrali, con un occhio alle opportunità e ai rischi emergenti;
- Economia globale e disuguaglianze: i partecipanti discuteranno delle crescenti disparità economiche e dei modi per rafforzare la cooperazione pubblico-privata.
Certo è che la missione del Forum di migliorare lo stato del mondo attraverso la collaborazione tra più parti interessate è e rimane particolarmente complessa alla luce delle crescenti tensioni geopolitiche, delle guerre in corso – in Ucraina e in Medio Oriente, con la catastrofica situazione umanitaria di Gaza e la transizione in corso in Siria – del climate change, sul quale sembra sempre più difficile trovare un percorso comune e condiviso tra economie avanzate e Paesi emergenti, dello sviluppo economico messo a rischio dalle minacce globali di introduzione di dazi commerciali tra Usa, Cina ed Europa e tensioni geopolitiche e dal ritorno dei nazionalismi.
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