ll mercato dell’Intelligenza artificiale in Italia conferma una dinamica di forte crescita, con una stima di valore di 909 milioni di euro nel 2024, in crescita del 34,8% rispetto allo scorso anno, che ha registrato un valore consolidato di 674 milioni di euro. È quanto emerge dal report ‘Il Mercato dell’IA in Italia‘ pubblicato da Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’Ict in Italia, secondo cui il valore complessivo del mercato toccherà 1,802 miliardi di euro nel 2027.
Il report evidenzia, tra le altre cose, “profonde disomogeneità strutturali”. Come riporta l’Istat, infatti, le grandi imprese mostrano un tasso di adozione del 24,1%, mentre le Pmi si fermano a un modesto 4,7%.
In particolare, il report evidenzia come il settore bancario guidi l’adozione dell’AI con investimenti pari a 173,6 milioni, mentre il comparto Telco & Media ha raggiunto i 161,6 milioni.
Il documento sottolinea poi l’importanza strategica dell’AI generativa che orienta le scelte di investimento delle imprese, mettendo poi in evidenza le principali sfide da affrontare: oltre al divario dimensionale, si registrano infatti carenze in aree fondamentali come infrastrutture, istruzione e competenze digitali.
Il dinamismo dell’ecosistema innovativo è altrettanto significativo. Dall’analisi dei dati del registro delle imprese, ottenuti grazie alla collaborazione tra Anitec-Assinform e InfoCamere, emerge che delle 644 startup e Pmi innovative attive nel settore dei digital enabler e con almeno un addetto, 301 – pari al 47% – si specializzano in Intelligenza Artificiale e Machine learning.
“Per accelerare lo sviluppo dell’AI” commenta Massimo Dal Checco, presidente di Anitec-Assinform, “è necessaria una strategia che integri tre elementi chiave: la diffusione di competenze digitali nell’ecosistema formativo, il potenziamento delle infrastrutture di calcolo avanzato e il rafforzamento delle partnership pubblico-private”.
La ricerca sottolinea, infine, l’importanza di un approccio equilibrato che promuova la sperimentazione attraverso sandbox regolamentari, evitando vincoli normativi nazionali più stringenti di quelli sovranazionali. L’Italia ha ancora un potenziale da esprimere, in particolare nel settore manifatturiero, dove l’AI può ottimizzare prodotti e processi produttivi, aumentando la competitività e la sostenibilità.
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