Giovedì scorso, una selezionata élite di circa 200 fondatori e investitori ha sciamato nel lussuoso club privato Mar-a-Lago a Palm Beach, residenza simbolo dell’ex presidente Donald Trump. Qui, tra calici scintillanti e un’atmosfera più adatta a un romanzo di Fitzgerald che a un vertice di innovazione, hanno gustato spigola scottata e torta al lime. Non mancava nemmeno un tocco di marketing spudorato: ogni ospite ha ricevuto un cappellino nero con il solenne slogan “Make Nuclear Great Again“. Un omaggio perfetto da parte di Valar Atomics, una delle startup ospiti, per celebrare le speranze di un futuro reso glorioso da deregulation a pioggia nei settori spaziale e nucleare. La festa non era solo nei piatti: l’ambizione condivisa era quella di cavalcare il caos regolamentare per spianare la strada al prossimo “boom” tecnologico.

Ma mentre a Palm Beach si respirava aria di festa e promesse, Washington brulicava di un’energia diversa, forse ancora più frenetica e ambiziosa. La capitale si è trasformata in un crocevia di tecnologi, magnati dei media, fanatici delle criptovalute e influencer conservatori, pronti a celebrare il ritorno al potere di Trump. Il punto focale di questo spettacolo di networking di alto profilo è stato il Crypto Ball, tenutosi venerdì sera nell’imponente cornice dell’Andrew W. Mellon Auditorium.

L’evento, rigorosamente in cravatta nera, ha visto la presenza di David Sacks, il neo-zar della strategia tecnologica di Trump, mentre gli ospiti sorseggiavano champagne al ritmo di Snoop Dogg. Per un pubblico ossessionato dall’idea di “disruption”, vedere un’icona del rap esibirsi davanti alla crème de la crème del mondo cripto non era altro che un naturale contrappunto.

E non finisce qui. Domenica, l’élite industriale e culturale si prepara a un altro atto di questo carnevale pre-insediamento. Linda Yaccarino, CEO di X (precedentemente Twitter), Dara Khosrowshahi di Uber

e la provocatoria Bari Weiss

saranno protagonisti di una festa organizzata dalle loro rispettive aziende. L’evento promette di essere un trionfo di influenze incrociate, dove l’aristocrazia del capitale di rischio si mescolerà con i creatori del nuovo zeitgeist digitale.

Tutto ciò avviene in un contesto in cui l’apparenza è tutto e l’ambizione sembra non conoscere limiti. Il futuro non è più solo un’idea: è una corsa disperata per accaparrarsi una fetta del caos regolamentare in arrivo. Forse questa è la vera essenza del nuovo regime: non ideali, ma opportunità, non valori, ma margini di profitto.

E se per qualche investitore il cappellino “Make Nuclear Great Again” fosse solo un ricordo kitsch, per altri rappresenta un emblema perfetto di un’epoca dove la politica e gli affari si fondono in un unico show scintillante e, al tempo stesso, spietato.


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