Il dolce sapore del cambiamento! Meta, ormai lontana dai giorni in cui parlava di “diversità”, “equità” e “inclusione”, ha deciso che è il momento di fare un bel taglio alla retorica e concentrarsi su cose un po’ più concrete: il business. Venerdì scorso, l’azienda ha annunciato, tramite un post interno degno di un film d’autore, che avrebbe smesso di richiedere una rosa eterogenea di candidati per le posizioni vacanti, come se fosse mai stato un grosso affare. E no, non ci sarà più neanche spazio per quell’interminabile circolo di discussioni su razza, genere ed etnia: la nuova priorità sono le piccole e medie imprese. Evviva!
La vicepresidente delle risorse umane, Janelle Gale, ha con tono serio e pomposo sottolineato che il “panorama legale e politico” negli Stati Uniti sta cambiando, e non certo in direzione di quella “cultura della diversità” tanto in voga fino a ieri. I giudici della Corte Suprema, infatti, stanno ormai “decidendo” che il trattamento preferenziale per alcuni gruppi è un concetto un po’ troppo old-fashioned. E quindi, addio DEI, il termine ormai troppo “carico”, da archiviare insieme a certi progetti un po’ idealisti.
E non finisce qui. Proprio mentre il mondo si chiedeva quale sarebbe stato il prossimo passo di Meta, l’azienda ha aggiunto il suo tocco di realpolitik: a poco più di un mese dalla sua nomina, Joel Kaplan, il repubblicano più in vista della compagnia, è stato messo al comando degli affari globali. E non si è fermata qui. Lunedì ha nominato nel suo consiglio di amministrazione Dana White, che di fatto ha fatto campagna per Donald Trump. Ma aspetta, c’è di più! Martedì, la ciliegina sulla torta: Meta ha annunciato modifiche radicali alle sue policy sui contenuti. Addio fact-checking negli Stati Uniti e benvenuto a un mondo dove si fa un po’ meno attenzione ai contenuti che potrebbero violare le policy (perché sì, meglio non esagerare con il “politicamente corretto”, no?). Non dimentichiamo poi la proposta di enfatizzare i contenuti politici sulle sue app, perché dopotutto, la politica fa sempre audience!
In sintesi, Meta ha scelto di abbandonare la barca della DEI, remando decisamente verso le acque più tranquille del conservatorismo. L’era dell’inclusività sociale è ormai un ricordo lontano, mentre si preparano a navigare verso nuove, allettanti opportunità politiche e commerciali. Dopotutto, un’azienda deve sempre pensare al profitto, giusto?
Newsletter – Non perderti le ultime novità sul mondo dell’Intelligenza Artificiale: iscriviti alla newsletter di Rivista.AI e accedi a un mondo di contenuti esclusivi direttamente nella tua casella di posta!