Amazon, il gigante che ha fatto un altro passo avanti verso l’inclusività… o meglio, ha deciso che forse l’inclusività è un po’ troppo trendy per i tempi che corrono. Dopo averci deliziato con decenni di dichiarazioni a favore della diversità, equità e inclusione (DEI), la compagnia ha pensato bene di togliere dal suo sito web quelle fastidiose parole come “supporto ai dipendenti transgender” e “obiettivi per una leadership più colorata e femminile”. D’altronde, il cambiamento politico che si è avvertito con la vittoria di Donald Trump alle presidenziali non poteva non avere qualche effetto collaterale sulle grandi aziende tech, no?

Niente paura, però: Amazon non ha completamente rinnegato il suo passato “progressista”. Non esalta più quei fastidiosi benefici per la transizione di genere, ma ti fa sapere che, in fondo, crede nell’uguaglianza di trattamento per le persone LGBTQ+. Un gesto che sicuramente farà sorridere tutti coloro che sperano in un’azienda che ci faccia sentire tutti uguali… ma senza troppa pubblicità, ovviamente.

Ma il vero colpo di genio è arrivato con la sparizione dal sito di un post del 2021, firmato dal capo delle risorse umane, che parlava di come Amazon si fosse impegnata a mettere più donne e persone di colore nei suoi ruoli di leadership. Sospettiamo che la missione di “rendere il mondo un posto più inclusivo” sia stata messa in stand-by, forse in attesa di una nuova “onda conservatrice” di cui prendersi una fetta di mercato.

E quando qualcuno chiede spiegazioni, Amazon è sempre pronta a rispondere con il massimo della trasparenza, dichiarando che aggiorna periodicamente la pagina “per riflettere i cambiamenti nei programmi e nelle posizioni”. Sì, certo, e quando i programmi vanno in una direzione un po’ meno “fresca” e “moderna”, è solo per “aggiornamenti” – non preoccupatevi, non è che vogliano allinearsi ai nuovi venti politici. Che importa se questi “aggiornamenti” spariscono tutto ciò che suona un po’ troppo radicale?

In definitiva, Amazon sembra proprio che stia abbracciando una versione più “mainstream” della diversità, quella che si adatta un po’ meglio ai nuovi tempi. Ma tranquilli, il supporto ai dipendenti transgender è ancora lì, ben nascosto tra le righe.


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