Raddoppiare gli investimenti in ricerca e favorire la qualità: sono queste le direzioni che l’Europa dovrebbe seguire per essere competitiva a livello internazionale, in modo da sostenere le nuove grandi sfide delle tecnologie quantistiche e dell’intelligenza artificiale. Lo indica la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Maria Chiara Carrozza, nella conferenza sul futuro della ricerca europea e il decimo programma quadro organizzata a Roma dall’Accademia dei Lincei.

Il prossimo programma quadro (Fp10), che partirà nel 2027, non dovrà quindi essere “un mero bacino da cui attingere risorse, ma un programma con una visione su cui si gioca la sostenibilità e la competitività della nostra società”.

Avere gli strumenti efficaci per affrontare le sfide tecnologiche significa puntare sulla “quantità degli investimenti, con un raddoppio a 200 miliardi di euro”, osserva Carrozza, che è anche alla guida dello European Science Advisors Forum (Esaf), la rete che riunisce i consiglieri scientifici nazionali nominati dai Governi dell’Unione Europea.

La capacità di selezionare le idee qualitativamente migliori è anche una necessità per l’Italia: il nostro Paese “ha fatto un grande sforzo con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e in futuro dovrà essere fatta una valutazione di quanto è stato fatto con il Pnrr e selezionare i temi sui quali puntare”.

Per Carrozza “le radicali trasformazioni che la nostra società sta attraversando hanno reso evidente la crescente centralità della ricerca fondamentale e della conoscenza scientifica nel fornire risposte per costruire un futuro migliore per l’Europa e trovare soluzioni alle sfide globali”.


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