Siamo in attesa degli argomenti previsti per venerdì mattina alla Corte Suprema, dove TikTok cercherà di contrastare una legge degli Stati Uniti che potrebbe bandire l’app in dieci giorni se non dovesse separarsi dal suo proprietario cinese ByteDance. Nonostante questa minaccia imminente, TikTok sta proseguendo le sue attività con la consueta normalità—al punto che questa settimana, durante il CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas, i dirigenti dell’app hanno tenuto una tavola rotonda in cui hanno esaltato l’impatto dell’app sulla cultura e hanno previsto le tendenze per il 2025. Circa 150 persone hanno partecipato all’evento, occupando quasi tutti i posti disponibili nella sala, per poi spostarsi verso un happy hour sponsorizzato proprio da TikTok.
La relazione sulle tendenze di TikTok per il 2025, pubblicata mercoledì scorso, sembra ignorare la possibilità di un ban, concentrandosi invece su come l’app stia ridisegnando il marketing e “il futuro della crescita aziendale”. Questo approccio da “business as usual” riflette la strategia adottata dai dipendenti di TikTok nei confronti dei creatori e degli inserzionisti negli ultimi mesi—anche se, come riportato la settimana scorsa, lo staff ha recentemente riconosciuto la possibilità di una chiusura, comunicando ai grandi inserzionisti che avrebbero potuto richiedere un rimborso nel caso si realizzasse il ban.
Molti creatori di contenuti, talent manager e inserzionisti si trovano in una sorta di “attesa e vediamo”, con alcuni che esprimono scetticismo sulla possibilità che un divieto venga effettivamente attuato, dato che per quattro anni si è parlato di questa minaccia senza concretizzarsi. Ma la novità di questa volta è che una legge è stata effettivamente approvata per implementare il ban—e la scadenza si avvicina rapidamente.
Alcuni stanno riflettendo su piani di emergenza, come Sheila Marmon, fondatrice della società media Los Angeles Mirror Digital, che ha dichiarato che la sua agenzia probabilmente sposterà tutti i contenuti su Instagram se TikTok dovesse sparire. “Dobbiamo migrare da qualche parte. Deve esserci un piano B,” ha detto ai margini del CES. Tuttavia, Marmon ha aggiunto che il governo degli Stati Uniti ha cambiato così tante volte la sua posizione su TikTok che non sta considerando la realtà di un divieto finché questo non diventerà effettivo.
Ci sono diversi modi in cui la situazione potrebbe evolversi. TikTok spera che la Corte Suprema accetti il suo argomento e conceda un’ingiunzione temporanea che impedisca l’attuazione del ban. Se la Corte non farà nulla, Apple e Google dovranno rimuovere le app dai loro app store (gli utenti attuali potranno continuare a utilizzarle, ma TikTok non potrà più rilasciare aggiornamenti).
L’ex presidente Donald Trump, il cui team legale ha chiesto alla Corte Suprema di posticipare la sua decisione fino dopo la sua inaugurazione il 20 gennaio, potrebbe anche cercare un modo per evitare una chiusura una volta insediato, ma non è chiaro come potrebbe fare—se non convincendo il Congresso ad annullare la legge, cosa che sembra improbabile.
Per il momento, TikTok ha almeno un compratore interessato. Giovedì, l’organizzazione tecnologica del miliardario Frank McCourt, Project Liberty, ha annunciato di aver presentato una proposta formale per acquisire gli asset statunitensi di TikTok. Il prezzo non è stato reso noto, ma l’accordo non richiederebbe la vendita dell’algoritmo potente dell’app, un elemento che difficilmente verrebbe approvato da Pechino secondo le leggi cinesi sull’esportazione. TikTok non ha rilasciato commenti in merito.
Come riportato, il fondatore di ByteDance Zhang Yiming, che detiene azioni con diritto di voto speciale, sarà l’ultimo a decidere sull’eventuale vendita—soggetto al consenso del governo cinese. La sua posizione ha probabilmente influenzato la posizione di ByteDance fino ad oggi, che preferirebbe vedere l’app chiudere piuttosto che venderla.
Questa dinamica segna una fase cruciale nel destino di TikTok e della sua influenza globale, con implicazioni che potrebbero estendersi ben oltre la semplice questione legale.