L’Italia si conferma un punto di riferimento nel panorama europeo dei data center, ospitando già il 13% degli impianti continentali. Secondo uno studio di Boston Consulting Group, il mercato italiano dei data center sta crescendo a un ritmo più sostenuto rispetto a città come Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino, dove il tasso annuale di crescita si attesta tra il 4% e l’8%. Nel 2023, gli investimenti in co-location dei data center italiani sono aumentati del 10% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 654 milioni di euro.

Parallelamente, il valore del cloud – sia pubblico che privato – ha registrato una crescita significativa, toccando i 4,8 miliardi di euro, con quasi 70 operatori attivi sul mercato.

Tuttavia, questa espansione porta con sé interrogativi sul fronte della sostenibilità. I carichi di lavoro richiesti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale impongono un elevato consumo energetico. Attualmente, i data center italiani assorbono 430 MW, pari al 3% del consumo elettrico nazionale, e le prospettive di crescita futura rendono fondamentale individuare soluzioni energetiche sostenibili e affidabili.

Negli Stati Uniti, la domanda di elettricità dei data center è prevista in aumento del 15-20% all’anno, con un consumo stimato tra 100 e 130 gigawattora entro il 2030. Questo trend potrebbe portare a un deficit di energia “ferma” – ossia disponibile in ogni momento – già dal 2026.

Giulia Scerrato, project leader di Boston Consulting Group esperta di energia e tecnologia, suggerisce una soluzione innovativa per affrontare queste sfide: i piccoli reattori nucleari modulari (SMR). “Questi impianti possono garantire energia continua e a basse emissioni di carbonio, rappresentando un’alternativa concreta alle fonti intermittenti” afferma Scerrato. Tuttavia, per sfruttarne appieno il potenziale, è necessario accelerare lo sviluppo normativo e promuovere un dialogo strutturato tra i principali attori del settore.

L’espansione dei data center in Italia rappresenta un’opportunità strategica per il Paese, ma richiede un approccio consapevole che bilanci la crescita tecnologica con la sostenibilità ambientale.


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