Immaginate un futuro in cui le criptovalute non siano scambiate da uomini sudati in pigiama che gridano su Twitter, ma da robot freddi, calcolatori e, soprattutto, infallibili. Se vi sembra un incubo scritto da Philip K. Dick dopo una serata alcolica, sappiate che invece è la visione di alcuni dei più brillanti cervelli del settore. E a quanto pare, potrebbe avverarsi più velocemente di quanto crediate.

Secondo Evan, analista ex-McKinsey e attuale guru di Monad, la situazione è già segnata: “Vedremo un miliardo di agenti AI onchain prima di un miliardo di esseri umani,” ha twittato con quella sicurezza che solo chi ha letto troppi white paper può permettersi. E il motivo? Le criptovalute hanno una user experience così ostile che persino un eremita medievale troverebbe più semplice intagliare monete di rame con le unghie. Ma per gli agenti AI, questa è una passeggiata digitale.

Nel frattempo, piattaforme come Virtuals stanno già macinando milioni di dollari, dimostrando che il connubio tra intelligenza artificiale e blockchain è più di una moda passeggera. Alcuni token, come quelli legati ad AI16z, sono schizzati alle stelle grazie alla frenesia degli investitori per tutto ciò che contiene le lettere “AI”. Probabilmente qualcuno lancerà presto anche un progetto chiamato “AIPizza”, e non è detto che non funzioni.

Ma dove ci porterà questa rivoluzione? Secondo Haseeb Qureshi di Dragonfly Capital, il futuro sarà più democratico. O almeno, più economico. Con appena 10.000 dollari di potenza di calcolo in cloud, chiunque potrà lanciare un’app blockchain. In pratica, una specie di garage della Silicon Valley 2.0, ma senza il garage e con molti più server.

Qureshi, tuttavia, non risparmia critiche agli attuali agenti AI, definendoli più simili a chatbot con meme coin che a veri agenti autonomi. Insomma, siamo ancora lontani da una versione digitale di HAL 9000, ma forse è meglio così: nessuno vuole essere bloccato fuori da un exchange da un robot testardo.

Però non è tutto oro (digitale) quello che luccica. La democratizzazione dell’accesso solleva preoccupazioni etiche. Chi garantirà che questi chatbot non inizino a fingere di essere umani? Dopotutto, molti già fingono di essere esperti finanziari su Reddit senza bisogno di AI.

Secondo un paper di Delphi Labs, pubblicato prima che l’IA diventasse la rockstar delle conferenze tech, l’intelligenza artificiale ha il potenziale per trasformare la società, ma potrebbe finire nelle mani sbagliate. Per evitare un monopolio da parte dei giganti della tecnologia, la blockchain potrebbe fornire soluzioni più eque per sviluppatori e utenti. Una specie di Robin Hood digitale, ma senza calzamaglia.

Progetti come Wayfinder stanno già sviluppando strumenti che permettono agli agenti AI di interagire autonomamente con le reti blockchain. Questo potrebbe trasformare il settore dei giochi online, come dimostra il caso di Illuvium, che ha già integrato AI nei suoi personaggi non giocabili. Preparatevi a NPC che vi umilieranno non solo nelle battaglie, ma anche nelle conversazioni.

Però non tutti sono convinti che dovremmo iniziare a preoccuparci. Yuk Hui, filosofo e ingegnere software, rassicura che gli agenti AI non sostituiranno completamente gli esseri umani. A meno che, naturalmente, l’estinzione della nostra specie non avvenga prima. Nel frattempo, possiamo consolarci con l’idea che le macchine ci trasformeranno in qualcosa di meglio, o almeno in qualcosa di abbastanza avanzato da non perdere continuamente la password del wallet.

La verità? Forse non sarà una rivoluzione esplosiva, ma un processo graduale. E quando arriverà il giorno in cui un agente AI comprerà più token di voi su Binance, almeno potrete sempre dire di averlo previsto. O di averlo letto qui.