Il 6 gennaio 2025, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e TikTok hanno presentato documenti contrastanti presso la Corte Suprema, delineando le rispettive posizioni in vista delle udienze programmate per il prossimo venerdì. Al centro della disputa c’è una legge che, se non bloccata, potrebbe imporre un divieto totale di TikTok negli Stati Uniti a partire dal 19 gennaio. La legge in questione obbliga TikTok a disconoscere i legami con la società madre cinese ByteDance, pena il blocco della piattaforma. Tuttavia, la popolare app di video social ha sollevato un appello, ritenendo la legge inadeguata e in conflitto con i diritti di libertà di parola garantiti dalla Costituzione degli Stati Uniti.
La controversia si inserisce in un quadro più ampio di preoccupazioni sulla sicurezza nazionale, con l’amministrazione Biden che accusa TikTok di raccogliere enormi quantità di dati sensibili su cittadini americani. A tal proposito, il governo degli Stati Uniti ha sostenuto che la raccolta di informazioni da parte di TikTok rappresenti un potenziale strumento di spionaggio per conto della Cina, alimentando timori legati a operazioni di influenza segreta. La denuncia governativa è esplicitata nella memoria presentata alla Corte Suprema, la quale sottolinea come l’uso della piattaforma da parte di TikTok per accedere a informazioni su oltre 170 milioni di americani rappresenti una minaccia alla sicurezza nazionale. TikTok viene descritto come un “potente strumento di spionaggio” e come una “arma potente per operazioni di influenza”, in riferimento alla capacità della piattaforma di diffondere contenuti con intenti manipolatori.
Da parte sua, TikTok ha respinto le accuse, sostenendo che la legge che minaccia il divieto è incostituzionale e non giustificata. L’azienda ha quindi esortato la Corte Suprema a intervenire per bloccare l’attuazione della legge e ha chiesto l’adozione di un’ingiunzione temporanea, affinché la questione possa essere esaminata più a fondo. TikTok ha argomentato che la legge colpisce ingiustamente la piattaforma, trattandola in modo specifico e differente rispetto ad altre piattaforme di contenuti, e ha cercato di sollevare la questione della violazione dei diritti di libertà di espressione dei suoi utenti.
Nel frattempo, la situazione interna di TikTok non è certo più stabile. Un altro aspetto rilevante che emerge dalle ultime notizie è l’imminente partenza di due figure chiave dell’azienda. Sameer Singh, responsabile delle vendite pubblicitarie per il Nord America, lascerà TikTok poco prima della possibile entrata in vigore del divieto. La sua partenza si aggiunge a quella di Soniya Monga, una dirigente pubblicitaria che ha recentemente deciso di trasferirsi a Pinterest. Queste dimissioni si inseriscono in un periodo di crescente incertezza per TikTok, che continua a fare pressione sugli inserzionisti affinché aumentino i loro investimenti per il 2025. Tuttavia, la società ha anche dovuto prendere in considerazione la possibilità che il divieto possa effettivamente entrare in vigore, offrendo rimborsi ai grandi inserzionisti nel caso in cui l’app fosse chiusa negli Stati Uniti.
Ma la sfida legale e le difficoltà aziendali non sono l’unico problema che TikTok deve affrontare. L’app è anche oggetto di numerose azioni legali, in particolare in merito alla sicurezza dei minori. Un nuovo processo legale, intentato dallo Stato dello Utah, accusa TikTok di non aver fatto abbastanza per proteggere i bambini dagli abusi online, evidenziando in particolare i rischi legati alla funzione di streaming live, TikTok Live. Secondo la causa, questa funzione è stata utilizzata da adulti per compiere atti predatori nei confronti di minori, inclusi atti sessuali. TikTok avrebbe inoltre cercato di nascondere i rischi derivanti dall’uso di questa funzione, nonostante le indagini interne abbiano rivelato la consapevolezza della piattaforma riguardo all’uso improprio di TikTok Live da parte di adulti, oltre a un possibile riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo attraverso le donazioni effettuate durante le sessioni live.
Nonostante le gravi accuse, TikTok ha cercato di difendersi, sottolineando le misure che l’azienda ha adottato per tutelare la sicurezza e il benessere dei suoi utenti, in particolare dei più giovani. L’azienda ha anche messo in evidenza come la causa dello Utah si basi su documenti obsoleti e citazioni fuori contesto. Tuttavia, la crescente attenzione sulle problematiche di sicurezza solleva interrogativi sul futuro della piattaforma negli Stati Uniti e sul bilanciamento tra la protezione della sicurezza nazionale e la difesa dei diritti individuali di espressione e libertà online.
La vicenda di TikTok e il rischio di un divieto negli Stati Uniti si inserisce in un contesto globale sempre più complesso, dove le preoccupazioni per la sicurezza, la privacy e l’influenza geopolitica si intrecciano con la crescente importanza dei social media come strumenti di comunicazione e interazione sociale. La decisione della Corte Suprema, prevista per la prossima settimana, potrebbe segnare un punto di svolta cruciale, non solo per TikTok, ma anche per il futuro della regolamentazione delle piattaforme tecnologiche e per la gestione del rischio associato alle loro operazioni internazionali.