Il presidente russo Vladimir Putin ha impartito nuove direttive per rafforzare la cooperazione tra la Russia e la Cina nel campo dell’intelligenza artificiale (IA). Questo nuovo capitolo della politica tecnologica russa è stato ufficialmente comunicato attraverso un decreto pubblicato sul sito web del Cremlino lo scorso 1° gennaio. L’ordine si inserisce in una strategia più ampia che mira a colmare il gap tecnologico con le nazioni leader nel settore, nonostante le difficoltà derivanti dalle sanzioni occidentali.
L’istruzione a Sberbank, la maggiore istituzione finanziaria russa, di accelerare la collaborazione con la Cina è significativa. Sberbank, che guida gli sforzi russi per sviluppare l’intelligenza artificiale, è stato incaricato di assicurare il progresso nelle ricerche tecnologiche e nello sviluppo dell’IA in cooperazione con la Repubblica Popolare Cinese. Le implicazioni di questa mossa sono sostanziali, non solo in termini di avanzamento tecnologico, ma anche nell’ambito geopolitico e commerciale.
Le sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, in risposta alla sua invasione dell’Ucraina, hanno avuto un impatto devastante sulla capacità del paese di accedere a tecnologie cruciali per sostenere il suo programma di intelligenza artificiale. Tra queste, le restrizioni sulle esportazioni di microchip, fondamentali per lo sviluppo dell’IA, sono particolarmente significative. In particolare, le unità di elaborazione grafica (GPU), che costituiscono la base hardware per l’IA, sono diventate un obiettivo particolarmente difficile da sostituire per la Russia.
In questo contesto, la cooperazione con la Cina diventa una mossa strategica essenziale. La Cina, infatti, non solo ha un avanzato sviluppo nel settore tecnologico, ma sta anche cercando di ridurre la sua dipendenza dalle tecnologie occidentali. Per la Russia, la possibilità di attingere dalle risorse cinesi potrebbe rappresentare una via di fuga dalle limitazioni imposte dalle sanzioni. L’accordo con la Cina offre, quindi, l’opportunità di rafforzare la posizione russa nell’arena globale dell’IA, nonostante la difficoltà di accesso a componenti critici.
Putin ha ribadito, il 11 dicembre 2023, l’intenzione di creare una “Rete di Alleanza AI”, destinata a raccogliere specialisti da parte dei paesi BRICS e di altre nazioni interessate. I BRICS, che comprendono Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, rappresentano un blocco che sta cercando di sfidare la predominanza tecnologica e politica degli Stati Uniti. La creazione di un tale consorzio potrebbe, quindi, essere vista come una mossa per controbilanciare l’influenza delle potenze occidentali nel campo dell’IA, promuovendo la collaborazione tra economie emergenti e potenze tecnologiche.
Attualmente, la Russia si trova al 31° posto su 83 paesi nell’indice globale dell’IA stilato dalla Tortoise Media, un indicatore che misura l’implementazione, l’innovazione e gli investimenti nel campo dell’intelligenza artificiale. Questo la pone ben lontana dalle principali potenze globali in questo settore, come gli Stati Uniti, la Cina e persino altri membri dei BRICS come l’India e il Brasile. La posizione della Russia in questo indice evidenzia la disparità tecnologica che il paese sta cercando di colmare, puntando su alleanze strategiche con altre nazioni non occidentali.
La Russia sta cercando, dunque, di compensare la carenza di tecnologie chiave e la sua retrocessione in ambito IA non solo con investimenti interni, ma anche con alleanze esterne. La collaborazione con la Cina e l’espansione della Rete di Alleanza AI potrebbero essere i passi cruciali per la Russia al fine di recuperare terreno e aumentare la sua competitività nel settore, sperando di emergere come attore indipendente nel contesto globale delle nuove tecnologie.
La Russia sta cercando di sfruttare la cooperazione con la Cina come un modo per eludere le difficoltà create dalle sanzioni occidentali, e al contempo rafforzare il suo impegno nel settore dell’intelligenza artificiale. Questa alleanza potrebbe non solo accelerare lo sviluppo tecnologico russo, ma anche alterare l’equilibrio globale nel campo dell’IA, segnando un passo importante per la Russia nella sua lunga lotta per l’autosufficienza tecnologica.
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