Il 2024 è stato l’anno in cui l’intelligenza artificiale è diventata onnipresente. Dai dispositivi indossabili agli smartphone, dalle case intelligenti agli assistenti virtuali, ogni grande azienda tecnologica ha presentato innovazioni basate sull’AI, promettendo rivoluzioni nelle nostre vite quotidiane. Tuttavia, non tutto è stato semplice: accanto a sviluppi straordinari, ci sono stati errori, controversie e sfide regolatorie che evidenziano quanto siamo ancora lontani dal comprendere e gestire pienamente questo fenomeno.
Eventi come Google I/O hanno enfatizzato l’importanza dell’AI, mentre OpenAI ha raccolto 6,6 miliardi di dollari, il finanziamento più grande del settore. Nvidia, con il CEO Jensen Huang, ha promosso la “sovranità AI” per le nazioni, mentre la competizione tra Stati Uniti e Cina ha accelerato l’innovazione.
Anche Meta e Apple hanno fatto passi significativi: Meta ha lanciato gli occhiali Orion e migliorato il metaverso, mentre Apple ha potenziato Siri e introdotto strumenti di automazione avanzata.
Le potenzialità dell’AI si sono concretizzate in settori chiave come la sanità, la finanza e l’intrattenimento. Algoritmi avanzati hanno migliorato la diagnostica medica e potenziato gli strumenti finanziari, ma hanno anche sollevato preoccupazioni su privacy e discriminazione algoritmica. Il settore dei media ha subito trasformazioni radicali: dalla generazione automatica di contenuti alla produzione cinematografica assistita dall’AI, Hollywood è stata scossa da scioperi e richieste di protezioni contrattuali contro l’uso indiscriminato della tecnologia.
Parallelamente, il cambiamento climatico ha stimolato lo sviluppo di sistemi AI per monitorare le emissioni e ottimizzare le risorse energetiche, ma l’enorme consumo di energia dei modelli AI ha generato un dibattito sull’impatto ambientale della stessa tecnologia che dovrebbe aiutarci a combattere la crisi climatica.
Sul fronte normativo, l’Europa ha guidato gli sforzi con l’AI Act, una legislazione pionieristica per regolare l’uso dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, la mancanza di un quadro normativo globale e le rapide evoluzioni tecnologiche rendono difficile prevedere come verranno affrontati temi critici come la sorveglianza, la sicurezza e l’etica.
Guardando al futuro, il 2025 si prospetta come un anno decisivo per consolidare le conquiste tecnologiche e affrontare le sfide rimaste irrisolte. Con l’AI che plasma ogni aspetto delle nostre vite, la società si trova davanti a un bivio: abbracciare il potenziale trasformativo della tecnologia o rischiare di soccombere alle sue conseguenze impreviste.
Nel 2025, l’intelligenza artificiale promette di evolversi in modo ancora più radicale. Si prevede un’espansione nell’uso di modelli linguistici avanzati e IA generativa in settori come la salute, la finanza e l’intrattenimento. Le aziende intensificheranno lo sviluppo di assistenti personali integrati con dati in tempo reale e algoritmi più etici e sostenibili.
Ilya Sutskever di OpenAI mira a bypassare l’AGI e sviluppare direttamente la superintelligenza artificiale (ASI), evitando i modelli intermedi. Nel frattempo, Geoffrey Hinton avverte che c’è una probabilità del 10-20% che l’intelligenza artificiale possa condurre all’estinzione dell’umanità entro 30 anni.
Sul fronte geopolitico, la competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina potrebbe intensificarsi, mentre l’Europa cercherà di consolidare regolamenti attraverso l’AI Act. L’attenzione all’impatto ambientale e alla trasparenza dei modelli sarà cruciale per mantenere la fiducia pubblica e favorire l’adozione globale.
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