Immaginate di trovarvi al Bar dei Daini, un caffè affollato, circondati da conversazioni su intelligenza artificiale, innovazione e le ultime follie del mondo tecnologico. In questo contesto, “Supremacy: AI, ChatGPT e la corsa che cambierà il mondo” si presenta come un’opera che non solo esplora le vite di due protagonisti chiave, Demis Hassabis e Sam Altman, ma lo fa con un tono che ricorda un’introspezione umoristica e una critica sociale.
Il libro si apre con una sorta di danza tra i due protagonisti: Hassabis, il fondatore di DeepMind, e Altman, CEO di OpenAI. Entrambi brillanti, ma con approcci distinti all’AI. Hassabis è l’idealistico sognatore che desidera utilizzare l’AI per risolvere problemi globali come il cancro e il cambiamento climatico. Al contrario, Altman è più pragmatico, concentrato su come l’AI possa generare abbondanza economica. Questa dualità è raccontata con una leggerezza che fa sembrare la lettura un piacevole scambio di battute tra amici.
Il libro non si limita a narrare le biografie dei protagonisti; piuttosto, si addentra nei conflitti e nelle tensioni dell’industria dell’AI. Qui emerge una sorta di commedia dell’assurdo: da un lato abbiamo aziende che promettono di salvare il mondo attraverso l’innovazione tecnologica, dall’altro ci sono le realtà più ciniche della commercializzazione dell’AI. La narrazione mette in luce come le nobili aspirazioni iniziali di questi pionieri siano state spesso oscurate dalle pressioni economiche e dalle ambizioni aziendali.
Uno degli aspetti più affascinanti del libro è la sua esplorazione delle questioni etiche legate all’AI. L’autore solleva interrogativi sul potere concentrato nelle mani di poche aziende e sulle conseguenze sociali di tale monopolio. È come se stesse dicendo: “Certo, possiamo costruire intelligenza artificiale straordinaria, ma a quale costo per la società?” Questa riflessione è accompagnata da un umorismo sottile che rende la lettura non solo informativa ma anche divertente.
Parmy Olson è una giornalista pluripremiata, attualmente editorialista per Bloomberg Opinion, dove si occupa di regolamentazione tecnologica, intelligenza artificiale e social media. In precedenza, ha lavorato per il Wall Street Journal e Forbes, distinguendosi per la sua capacità di approfondire temi complessi legati al mondo della tecnologia. Tra i suoi lavori più noti, figura il libro “We Are Anonymous”, che esplora il movimento hacker Anonymous e ha ricevuto il Palo Alto Networks Cyber Security Cannon Award.
Nel 2024, Olson ha pubblicato “Supremacy: AI, ChatGPT, and the Race that Will Change the World”, un’opera che offre uno sguardo approfondito sulla competizione tra OpenAI e DeepMind, due delle principali aziende nel campo dell’intelligenza artificiale. Il libro analizza le ambizioni dei rispettivi CEO, Sam Altman e Demis Hassabis, e come le loro visioni stiano plasmando il futuro dell’IA. “Supremacy” ha ricevuto ampi consensi, vincendo il Financial Times and Schroders Business Book of the Year Award 2024.
Olson, con oltre tredici anni di esperienza nel settore tecnologico, ha utilizzato le sue competenze per svelare le dinamiche interne di queste aziende e le implicazioni etiche e sociali delle loro innovazioni. Il suo lavoro mette in luce come l’IA stia rapidamente trasformando vari settori, sollevando interrogativi sul suo impatto sull’economia e sulla società.
“Supremacy” è stato accolto positivamente dalla critica, con recensioni che ne evidenziano la tempestività e la profondità dell’analisi. Il Financial Times ha descritto il libro come “sorprendente”, sottolineando l’accesso esclusivo di Olson a fonti di alto livello. New Scientist lo ha definito “una storia avvincente”, lodando la capacità narrativa dell’autrice.