Quasi un secolo fa, Isaac Asimov immaginò un futuro in cui gli esseri artificiali, come i robot, avrebbero avuto delle leggi morali precise da seguire. Le sue Tre leggi della robotica hanno definito il modo in cui le macchine dovevano interagire con gli esseri umani, fungendo da fondamento per molte opere di fantascienza e ispirando anche gli sviluppatori di tecnologie avanzate.
Lo scopo era poter rispettare la necessità di sicurezza (Prima Legge), servizio (Seconda Legge) e autoconservazione (Terza Legge) di macchine dotate di intelligenza artificiale. Prima di Asimov la fantascienza era piena di pericolosi robot killer.
La centralità di questi principi rimane ancora rilevante oggi, specialmente in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale (AI) sta permeando quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana.
Tuttavia, a distanza di decenni da quelle prime intuizioni di Asimov, una nuova riflessione sta emergendo nel panorama tecnologico e digitale. Trip Adler, uno dei fondatori di Scribd, noto servizio che consente di archiviare documenti e accedere a e-book tramite abbonamento, sta ora cercando di mettere a punto una “quarta legge della robotica”, con un messaggio semplice ma potente: “nessun bot leggerà gratis.”
Con l’ascesa delle piattaforme di intelligenza artificiale, come i modelli linguistici capaci di generare e comprendere contenuti, molte delle opere creative protette da copyright sono diventate un campo di battaglia per la proprietà intellettuale. Le opere scritte, i libri, gli articoli, e persino i testi musicali, sono facilmente accessibili dai modelli di AI, ma chi detiene i diritti su questi contenuti spesso non riceve alcuna compensazione per il loro utilizzo. Il concetto che Adler vuole esplorare è proprio questo: se l’intelligenza artificiale è in grado di apprendere e generare contenuti a partire da opere protette da copyright, i creatori di quei contenuti dovrebbero essere in qualche modo ricompensati.
Questa idea si concretizza nella creazione della sua nuova startup, Created by Humans, che ha l’ambizione di rivoluzionare il modo in cui i diritti di copyright vengono gestiti nel contesto dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo di Adler è quello di costruire una piattaforma digitale che possa fungere da mercato per i detentori di copyright e le aziende che sviluppano AI, in modo che possano negoziare licenze per l’utilizzo di opere creative. Il mercato, secondo Adler, dovrebbe consentire a chi crea contenuti di monetizzare il loro lavoro anche nell’era dell’intelligenza artificiale, evitando l’approccio attuale che spesso porta a sfruttamenti non remunerati.
La startup ha già attirato l’attenzione di diversi investitori, tra cui Garry Tan, Mike Maples del Floodgate Fund, Slow Ventures e David Sacks. Questi finanziatori hanno visto nel progetto una potenziale soluzione a un problema crescente: come garantire che i creatori di contenuti e le opere protette siano trattati equamente nel mondo dell’AI. Adler, infatti, sta cercando di completare un nuovo round di finanziamenti che, se andrà a buon fine, permetterà a Created by Humans di prendere piede come piattaforma centrale per la licenza di opere creative nel contesto digitale.
L’idea di Adler, però, non si limita solo a garantire che i contenuti vengano remunerati quando utilizzati da sistemi di AI. La sua visione è anche quella di favorire un ecosistema in cui le aziende di intelligenza artificiale possano operare in modo trasparente, comprando e vendendo licenze per l’accesso a contenuti protetti da copyright. In questo modo, si troverebbe una soluzione win-win: i creatori di contenuti vedrebbero riconosciuti i propri diritti e, nel contempo, le AI potrebbero continuare a svilupparsi e migliorare, alimentate da dati legittimamente acquisiti.
La questione della proprietà intellettuale nel contesto dell’AI è infatti una delle più dibattute del momento. I modelli di AI, come GPT-4, che alimenta molte delle applicazioni di scrittura automatica, sono addestrati su enormi quantità di dati, molti dei quali provengono da testi protetti da copyright. Questa pratica, seppur legale in alcune giurisdizioni, solleva interrogativi etici e legali su chi detiene il diritto di sfruttare e trarre profitto da tali contenuti. La proposta di Adler, quindi, potrebbe diventare un punto di riferimento per una nuova regolamentazione del settore, dove i diritti degli autori sono tutelati senza impedire l’innovazione nell’intelligenza artificiale.
L’iniziativa di Created by Humans si inserisce in un panorama tecnologico in continua evoluzione, dove l’intersezione tra creatività umana e tecnologia automatizzata è sempre più sottile. Se il progetto avrà successo, potrebbe cambiare non solo il modo in cui l’industria tech interagisce con i diritti d’autore, ma anche come le intelligenze artificiali vengono alimentate e sviluppate. Il punto cruciale sarà trovare un equilibrio tra l’accesso ai dati necessari per l’allenamento dei modelli e il rispetto dei diritti dei creatori.
In sostanza, ciò che Trip Adler sta cercando di fare è una sintesi tra l’evoluzione tecnologica e il rispetto per la creatività umana, un concetto che potrebbe benissimo rappresentare una vera e propria “quarta legge” della robotica, come una sorta di continuazione delle intuizioni di Asimov, ma rivolta all’era dell’intelligenza artificiale. “Nessun bot leggerà gratis” non è solo una dichiarazione provocatoria; è un richiamo a una nuova era, in cui la tecnologia non può essere sfruttata senza un giusto ritorno per chi ha creato le fondamenta su cui essa si sviluppa.
In un futuro non troppo lontano, Created by Humans potrebbe essere la chiave per bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione della proprietà intellettuale, permettendo alle AI di crescere senza compromettere il diritto degli esseri umani di essere riconosciuti e remunerati per le loro creazioni.