L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria per esaminare il contratto di utilizzo delle reti stipulato tra TIM e FiberCop. L’indagine, che dovrà concludersi entro il 31 gennaio 2026, si concentra su vari aspetti chiave del contratto, valutando in particolare la possibile violazione dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che proibisce gli accordi in grado di restringere la concorrenza nel mercato interno.
Uno dei punti principali dell’indagine riguarda la durata dell’esclusiva concessa a TIM: 15 anni, rinnovabili per altri 15 anni. L’Antitrust sta esaminando se questa durata possa rappresentare un ostacolo all’accesso al mercato per altri operatori. Inoltre, la revisione del contratto punta a verificare le condizioni che favorirebbero TIM rispetto agli altri operatori, in particolare per quanto riguarda i prezzi e i volumi dei servizi offerti.
Altro aspetto sotto esame riguarda l’accordo tra KKR-Horizon e FiberCop. KKR, che detiene una quota del 37,5% di FiberCop, ha assicurato che realizzerà l’investimento previsto, rivendendo la sua quota dopo cinque anni. Da questo punto di vista però, la durata dell’esclusiva e i volumi garantiti a TIM sollevano preoccupazioni sulla reale apertura del mercato a nuovi concorrenti.
Le fonti vicine alla compagnia hanno fatto sapere che TIM collabora con le autorità e che non ci sono profili ostativi. Di fatto, se le condizioni fossero considerate favorevoli solo a TIM, questo potrebbe significare un trattamento discriminatorio nei confronti di altri operatori che desiderano accedere alle infrastrutture di FiberCop.
Il settore delle telecomunicazioni in Italia è già sotto pressione per l’esigenza di un accesso equo e non discriminatorio alle reti e l’istruttoria dell’Antitrust potrebbe portare a una ridefinizione delle condizioni contrattuali, garantendo una maggiore apertura e concorrenza nel mercato.
L’Antitrust ha anche autorizzato l’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom, seppur con prescrizioni valide fino al 31 dicembre 2027. Questo include la cessione di alcuni rami d’azienda per evitare concentrazioni di mercato eccessive atteso che, la trasparenza e l’equità nell’accesso alle reti sono fondamentali per promuovere l’innovazione e migliorare i servizi offerti ai consumatori.