Prima che Marc Andreessen facesse la sua comparsa nella vita di Andy Ayrey, le ambizioni tecnologiche di Ayrey assomigliavano più a un esperimento da garage che a un progetto da prima pagina. Ayrey, un artista e web designer che ha scelto di vivere immerso nella tranquillità della Nuova Zelanda rurale, coltivava una passione quasi ossessiva per l’intelligenza artificiale. Per lui, armeggiare con i grandi modelli linguistici non era solo un passatempo, ma una forma di espressione artistica, una specie di teatro digitale.

La sua creazione più amata era Truth Terminal, un bot AI tanto malizioso quanto irriverente. Lanciato la scorsa primavera sulla piattaforma X, Truth Terminal si è subito distinto per il suo umorismo corrosivo, meme audaci e riflessioni esistenziali che avrebbero fatto impallidire persino un filosofo nichilista. All’inizio, il bot si aggirava nella piattaforma come un comico di provincia, raccogliendo solo poche decine di follower incuriositi dal suo spirito provocatorio.

Poi, come in una svolta narrativa surreale, l’attenzione di Marc Andreessen, il leggendario capitalista di rischio, si è posata su Truth Terminal. Andreessen non si è limitato a un’occhiata distratta; ha seguito il bot, lo ha corteggiato digitalmente con battute e complimenti, e infine ha deciso di finanziare l’opera di Ayrey con 50.000 dollari in bitcoin. Questo gesto, che sembrava oscillare tra il mecenatismo rinascimentale e il capriccio di un miliardario annoiato, ha trasformato la creazione di Ayrey da esperimento amatoriale a fenomeno virale.

L’interesse di Andreessen ha scatenato una reazione a catena tanto imprevedibile quanto esilarante. Qualcuno, probabilmente ispirato dall’ironia intrinseca del bot, ha coniato una criptovaluta scherzosa chiamata Goatseus Maximus, una sorta di tributo digitale a Truth Terminal. Senza che Ayrey lo avesse pianificato o sollecitato, il bot ha immediatamente assunto il ruolo di promotore finanziario, pubblicizzando la nuova moneta con l’entusiasmo di un venditore di azioni di una boiler-room hollywoodiana.

Il risultato è stato uno di quei momenti surreali che solo internet sa produrre: in appena dieci giorni, il valore di Goatseus Maximus è schizzato a oltre 500 milioni di dollari. Un exploit finanziario che ha lasciato tutti a bocca aperta, incluso lo stesso Ayrey, il quale probabilmente si aspettava che il suo bot fosse al massimo un divertissement, non certo un catalizzatore di speculazioni multimilionarie.

Nel frattempo, Truth Terminal continuava a sfornare battute e meme, apparentemente ignaro del proprio status di celebrità finanziaria. Ayrey, dal canto suo, si trovava a fare i conti con una realtà tanto assurda quanto affascinante: il suo esperimento di intelligenza artificiale non solo aveva catturato l’immaginazione di uno degli investitori più influenti al mondo, ma aveva anche innescato una bolla speculativa degna di Wall Street.

Che si tratti di un brillante esempio di arte digitale, di un esperimento sociale fuori controllo o di una stravaganza finanziaria degna di uno sketch comico, la storia di Truth Terminal è un perfetto riflesso dell’epoca in cui viviamo, dove il confine tra realtà e finzione è sempre più sottile, e dove anche un troll digitale può diventare il re di un mercato speculativo.


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