L’ultimo rapporto della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, intitolato “L’informazione tra IA, Fake News, Deepfake”, svela importanti intuizioni sul sentimento degli italiani nei confronti dell’informazione digitale. Lo studio rivela una sostanziale fiducia nell’Intelligenza Artificiale accompagnata però da preoccupazioni per le fake news, che preoccupa il 76% degli intervistati, e per i deepfake, considerati un rischio per la democrazia dal 73%. Peraltro, solo il 24% degli italiani verifica raramente o mai le informazioni che trova online, evidenziando una lacuna critica nell’alfabetizzazione digitale.
Prospettive urbane e rurali
Il rapporto evidenzia notevoli differenze tra le popolazioni urbane e quelle rurali. Nelle grandi città, il 36% degli individui verifica frequentemente le informazioni, contro solo il 17% di coloro che vivono nelle città più piccole. Questa disparità evidenzia un divario di alfabetizzazione digitale che potrebbe avere un impatto sull’efficacia delle campagne di disinformazione.
Fiducia nell’AI
Tuttavia, nonostante le preoccupazioni di fondo che l’indagine ha portato alla luce, c’è un forte senso di fiducia nel potenziale dell’AI per combattere la disinformazione. Da questo punto di vista, Stefano Epifani, Presidente della Fondazione, ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato per affrontare queste sfide, dichiarando che “la proliferazione di immagini manipolate dall’AI sottolinea quanto facilmente la realtà possa essere distorta. Per contrastare questo fenomeno, dobbiamo educare i cittadini a riconoscere le fake news, investire in strumenti di verifica e stabilire regole chiare per tecnologie come i deepfakes”.
Percezione delle competenze digitali
L’indagine evidenzia poi anche una disparità nella competenza digitale auto-percepita e collettiva: il 33% degli intervistati ritiene di essere poco o per nulla capace di riconoscere le fake news, mentre solo il 16% si sente “molto capace”.
Quando si tratta di valutare le competenze degli altri, invece, prevale il pessimismo. Nei grandi centri, infatti, la percezione di incapacità altrui raggiunge il 59%, mentre nei piccoli centri si attesta al 43%, riflettendo una maggiore fiducia relativa.
Questi dati suggeriscono un effetto di “illusione di superiorità”, dove gli intervistati giudicano le proprie capacità più favorevolmente rispetto a quelle altrui. Nei piccoli centri, questa illusione si amplifica, mentre nei grandi centri prevale un atteggiamento più realistico, dettato da una maggiore esposizione alla complessità delle dinamiche digitali.
Sono dati che, letti nel loro complesso, suggeriscono l’urgente necessità di migliorare le iniziative di alfabetizzazione digitale al fine di tutelare dai rischi di disinformazione anche le fasce più deboli, anche attraverso l’adozione di programmi educativi completi e di investimenti tecnologici focalizzati a promuovere un pubblico più informato e resiliente.
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