Nel 2024, le aziende italiane hanno fatto significativi progressi nell’applicazione dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance), ottenendo una sufficienza piena secondo l’ultima analisi di Synesgy. Questo studio globale, che ha esaminato 135 mila aziende in 144 Paesi, evidenzia che l’86% delle aziende italiane con un fatturato medio di dieci milioni di euro, e complessivamente oltre 8 mila miliardi di euro di fatturato annuo, sono riuscite a raggiungere un punteggio soddisfacente.

Tuttavia, nonostante i progressi nel campo degli ESG, l’Italia deve ancora migliorare nell’adozione di pratiche di economia circolare. Mentre le aziende hanno dimostrato di essere virtuose nei settori come i trasporti, l’edilizia e l’industria, la piena integrazione dei principi di circolarità resta un obiettivo da perseguire con maggiore impegno.

I settori più virtuosi

L’osservatorio ha preso in considerazione vari settori: dall’edilizia ai trasporti, alla produzione industriale e al commercio. In particolare, i comparti dell’edilizia e della distribuzione si sono distinti per la loro performance nei criteri ESG, con punteggi elevati nella sostenibilità ambientale e sociale. Al contrario, il settore dei servizi finanziari ha mostrato una distribuzione più omogenea, con il 54% delle aziende valutate in modo eccellente o buono.

Le sfide dell’economia circolare

Nonostante le iniziative per il riciclo e la valorizzazione dei rifiuti, il rapporto di Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano evidenzia che solo il 14% del potenziale dell’economia circolare italiana viene sfruttato. La crescita degli investimenti (+5%) si concentra principalmente nelle fasce medio-basse, rendendo difficile il raggiungimento di un impatto significativo. In particolare, la progettazione senza scarti (43%) e il riciclo (60%) sono le pratiche più diffuse, ma c’è ancora molto da fare per raggiungere livelli più elevati di circolarità.

Le aziende con punteggi ESG

Le aziende italiane con un’elevata valutazione ESG stanno integrando pratiche sostenibili non solo a livello ambientale, ma anche sociale e di governance. Questo ha permesso loro di ottenere migliori performance e di rispondere alle crescenti aspettative degli investitori e della comunità internazionale.

Per il futuro, è fondamentale che l’Italia continui a rafforzare le sue pratiche di sostenibilità e circolarità. La strada è tracciata, ma occorre accelerare per sfruttare appieno il potenziale dell’economia circolare e mantenere il passo con le migliori pratiche globali. Solo così le aziende italiane potranno continuare a competere e prosperare in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità.


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