Sundar Pichai, CEO di Google, ha lanciato un messaggio chiaro durante il Dealbook Summit organizzato dal New York Times: l’era dello sfruttamento facile di enormi dataset raccolti da internet potrebbe essere al tramonto. Le sue parole riflettono una realtà emergente nell’ecosistema dell’IA, dove i modelli di grandi dimensioni sembrano aver raggiunto un plateau, e il ritmo del progresso inizia a rallentare rispetto agli anni ruggenti del debutto pubblico di ChatGPT.

Pichai ha sottolineato come la competizione tra i principali attori del settore, tra cui OpenAI, Google e altri, sia giunta a una sorta di convergenza tecnologica, con tutte le grandi aziende che si trovano a un punto di stallo relativo nei modelli attuali. Tuttavia, ha chiarito che la sfida successiva sarà più complessa. “Il progresso sta diventando più difficile,” ha affermato, prefigurando un 2025 in cui le squadre d’élite si distingueranno grazie a veri e propri salti tecnologici piuttosto che a semplici espansioni computazionali.

Le dichiarazioni di Pichai trovano eco in altri esperti del settore. Vitalik Buterin, co-fondatore di Ethereum, e figure di spicco come Marc Andreessen e Ilya Sutskever hanno evidenziato i limiti dell’approccio attuale, che si basa sull’espansione quasi lineare dei modelli attraverso dati non etichettati. Aumentare la dimensione non è più sufficiente: i modelli sembrano affrontare il problema di rendimenti decrescenti.

L’Ouroboros dell’IA: Il Rischio di una Bolla Autogenerativa

Un’altra preoccupazione crescente è il fenomeno noto come “AI ouroboros,” un effetto circolare dove i modelli si alimentano di dati generati da altre IA, piuttosto che attingere a contenuti creati dall’uomo. Questo loop rischia di compromettere la qualità e l’originalità dei risultati prodotti, portando a uscite ripetitive o distorte. L’immagine mitologica del serpente che si morde la coda rappresenta perfettamente il pericolo di una IA che diventa autoreferenziale, incapace di evolversi senza input esterni autentici.

Questa dinamica non è solo teorica. Man mano che le fonti di dati originali diminuiscono, molti modelli si ritrovano a riutilizzare contenuti generati da altre intelligenze artificiali, compromettendo la freschezza e la validità dell’informazione. Pichai, pur riconoscendo il rischio, ha espresso ottimismo. Per lui, il 2025 potrebbe segnare l’avvento di un nuovo paradigma tecnologico, basato su innovazioni più profonde.

L’Era dei Breakthrough Tecnologici

Se il passato recente ha visto un’escalation guidata da hardware sempre più potente e dataset sempre più ampi, il futuro dell’IA sembra puntare su scoperte radicali. Pichai suggerisce che le innovazioni non si limiteranno più alla scalabilità. “Avremo bisogno di progressi più significativi,” ha dichiarato, prevedendo che la prossima fase richiederà approcci scientifici e ingegneristici più sofisticati.

Il lancio recente di tecnologie come Hunyuan Video di Tencent, un modello video open-source già comparato a soluzioni avanzate come quelle di OpenAI, è un esempio di come il settore stia diversificando i propri obiettivi. Non si tratta solo di chi può costruire il modello più grande, ma di chi riesce a trovare applicazioni pratiche, scalabili e innovative.

Mentre l’industria si prepara per un futuro meno legato al “low-hanging fruit,” la competizione si fa più selettiva, e solo i migliori saranno in grado di sfruttare appieno le opportunità di questa nuova era. Sundar Pichai sembra fiducioso che Google abbia gli strumenti per affrontare questa sfida, ma è chiaro che il panorama dell’IA sarà plasmato da attori capaci di innovare oltre i limiti attuali.