Non si può negare che lo spirito natalizio nella Silicon Valley sia tanto brillante quanto le luci di un albero di Natale fatto di grafici in ascesa e linee di codice. Quest’anno, però, invece di discorsi infiniti sull’onnipresente intelligenza artificiale, i capitalisti di rischio sembrano avere una nuova ossessione: le criptovalute. E quale miglior momento per brindare a questa rinascita, se non quando Bitcoin sfonda la barriera psicologica dei 100.000 dollari?

Il settore ha visto una spinta significativa grazie a movimenti chiave, come l’acquisizione da parte di Stripe di Bridge per 1,1 miliardi di dollari. Bridge, con la sua tecnologia per i pagamenti in stablecoin, ha non solo stimolato l’interesse degli investitori, ma anche acceso speranze per ritorni futuri di startup in grado di eguagliare, se non superare, queste cifre.

Tomasz Tunguz, il fondatore di Theory Ventures, sembra essere il volto di questa rinnovata esuberanza. Dopo aver spostato il focus della sua società dalle startup di intelligenza artificiale al mondo cripto, la sua teoria sul futuro delle blockchain si è trasformata in azioni concrete. Con investimenti in piattaforme come Allium, Theory Ventures si è posizionata al centro di un ecosistema in rapida crescita, destinando circa un terzo del suo nuovo fondo da 450 milioni di dollari alle iniziative Web3.

Ma non si tratta solo di economia. Anche la politica gioca un ruolo fondamentale. La promessa del presidente eletto Donald Trump di semplificare la regolamentazione per le aziende di criptovalute e favorire l’accesso al sistema bancario tradizionale ha scatenato un ottimismo contagioso. La nomina di Paul Atkins alla guida della SEC, al posto di Gary Gensler, viene vista come un cambio di guardia destinato a ridurre il controllo legale sulle valute digitali, aprendo le porte a banche, hedge fund e altre istituzioni per abbracciare il cripto-mercato.

Non sorprende che altri fondi di venture capital stiano seguendo questa scia. Cadenza, ad esempio, sta finalizzando un nuovo fondo blockchain tra i 50 e i 75 milioni di dollari, mentre Accolade Partners ha raccolto 202 milioni per il suo terzo fondo dedicato al settore. Tutto ciò dipinge un quadro di investimenti sempre più focalizzati sull’infrastruttura Web3 e sull’espansione dell’ecosistema cripto.

Se questa è una festa, non manca certo una parata di cambiamenti ai vertici delle principali aziende di venture capital. Sriram Krishnan di Andreessen Horowitz e Brian Singerman di Founders Fund hanno entrambi annunciato il loro ritiro, mentre Nicole Quinn e Alex Taussig di Lightspeed Venture Partners passeranno a ruoli meno operativi. Una dinamica che, più di ogni altra cosa, riflette la continua evoluzione di un settore in cui le persone, come le tecnologie che sostengono, sembrano non fermarsi mai.

Se il 2023 è stato l’anno delle trasformazioni, il 2024 si prepara ad essere un terreno di prova per queste scelte audaci. Mentre osserviamo le stelle di questa notte cripto-natalizia, resta la domanda: fino a che punto il futuro sarà modellato dalla blockchain e quanto questo nuovo entusiasmo si tradurrà in una rivoluzione concreta? L’unica cosa certa è che, per ora, il brindisi con Bitcoin a 100.000 dollari è solo l’inizio di un nuovo capitolo della Silicon Valley.