Mercoledì ha segnato un cambio di passo nella politica antitrust degli Stati Uniti, con la nomina di Gail Slater a capo dell’applicazione delle norme del Dipartimento di Giustizia da parte del presidente eletto Donald Trump. Una figura già nota per le sue posizioni critiche verso il potere smisurato delle big tech, Slater si prepara ad assumere un ruolo chiave nella definizione del futuro dei giganti tecnologici come Google e Apple.

La scelta di Slater non è casuale: con un passato come avvocato presso la Federal Trade Commission (FTC), un’istituzione che condivide con il DOJ il compito di vigilare sulle leggi antitrust, e un recente ruolo di consigliere per JD Vance, il vicepresidente eletto, Slater porta con sé un bagaglio unico di esperienze. La sua storia lavorativa riflette un equilibrio tra regolamentazione e comprensione del settore privato, avendo anche rappresentato colossi come Microsoft, Google e Amazon durante il suo incarico come lobbista per Internet Association.

Trump, noto per le sue dichiarazioni incendiarie, ha chiarito su Truth Social che Slater agirà con forza contro quelle che considera “follie” delle grandi aziende tecnologiche, accusate di soffocare la concorrenza e monopolizzare il settore più dinamico dell’economia globale. Le sue parole risuonano come un avvertimento diretto a quei giganti che hanno dominato incontrastati il panorama tecnologico per anni.

Uno dei primi e più delicati compiti di Slater sarà il caso antitrust già avviato contro Google. Dopo il recente verdetto favorevole al governo, l’attenzione si concentra ora sulle sanzioni che potrebbero essere richieste. Il DOJ ha proposto misure drastiche, come la vendita forzata del browser Chrome, ma Trump ha segnalato un approccio più moderato, affermando di non sostenere lo smembramento dell’azienda. Questa discrepanza potrebbe rappresentare una sfida per Slater, che dovrà bilanciare la pressione politica con la necessità di dimostrare fermezza nell’applicazione delle leggi.

Un altro elemento chiave della sua agenda potrebbe essere la collaborazione con Lina Khan, presidente della FTC e figura di spicco nel panorama antitrust americano. Khan ha già aperto fronti contro Amazon e Facebook, rafforzando la percezione che i regolatori stiano abbandonando la tradizionale deferenza verso le big tech per adottare un approccio più aggressivo. Con Slater al DOJ e Khan alla FTC, il 2024 si prospetta come un anno cruciale per ridefinire i confini del potere tecnologico negli Stati Uniti.

Questa nomina riflette una strategia politica che, pur dichiarando di voler tutelare la concorrenza e l’innovazione, rischia di scontrarsi con la complessità dell’economia digitale e le dinamiche globali del mercato tecnologico. Se Slater riuscirà a gestire questa sfida, potrebbe segnare un momento di svolta nella relazione tra governo e industria tecnologica. Al contrario, un passo falso potrebbe rafforzare ulteriormente il dominio dei giganti del settore, mettendo in discussione la credibilità dell’approccio antitrust americano.