L’azienda tedesca Helsing, specializzata in software per la difesa basato su Intelligenza Artificiale, ha annunciato l’avvio della produzione di massa del drone da combattimento HX-2, progettato per resistere alla guerra elettronica e alle misure di disturbo grazie alla tecnologia AI integrata.
Niklas Köhler, Co-Head of Technology and Engineering e co-fondatore di Helsing, in un’intervista alla Faz, Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha illustrato i vantaggi del drone HX-2, sottolineando la sua precisione di puntamento e resistenza alle interferenze nemiche. Equipaggiabili con un massimo di cinque chilogrammi di munizioni e con una portata di 100 chilometri, i droni HX-2 rappresentano un significativo avanzamento tecnologico.
La produzione, prevista per iniziare dal prossimo gennaio, mira a raggiungere le 1000 unità al mese, con l’obiettivo a medio termine di arrivare a decine di migliaia di droni mensili.
“La Nato ha urgente bisogno di soluzioni per proteggere l’integrità dei suoi confini”, ha spiegato Gundbert Scherf, co-Ceo e co-fondatore di Helsing. I droni HX-2, grazie all’Intelligenza Artificiale e al software avanzato, offrono un controllo e una visione d’insieme completi ai piloti. Questi droni possono creare uno scudo di difesa molto efficace ai confini del Paese contro le truppe nemiche e possono essere dispiegati come uno sciame di centinaia di velivoli, controllati da un singolo pilota tramite un computer portatile attrezzato per scopi militari.
La caratteristica distintiva dei droni di Helsing rispetto a quelli dei fornitori convenzionali è la loro immunità ai trasmettitori di disturbo. Mentre la maggior parte dei droni può essere facilmente disabilitata da interferenze elettroniche, i droni HX-2 richiedono una connettività molto minore. Inoltre, grazie alla tecnologia dei sensori e al materiale cartografico pre-caricato, i sistemi AI di bordo possono navigare autonomamente anche in caso di interruzione totale della connessione satellitare.
“Il nostro sistema è in grado di volare all’interno di una stanza, di avvicinarsi con precisione all’obiettivo e di colpirlo nonostante l’interruzione del segnale satellitare”, ha affermato Köhler, evidenziando la versatilità e l’efficacia del drone HX-2.
Il drone è stato sviluppato attorno a un sistema di Intelligenza Artificiale che aiuta a identificare e riconoscere rapidamente gli obiettivi, effettuando una preselezione. Tuttavia, specifica l’azienda, la decisione finale rimane nelle mani dell’uomo, paragonabile ai sistemi di navigazione per auto che suggeriscono percorsi alternativi.
Mentre i droni HX-2 rappresentano un significativo passo avanti nella difesa avanzata ma sollevano anche preoccupazioni riguardo al loro possibile impiego in azioni di guerra offensive qualora finissero nelle mani sbagliate.
La riflessione che si apre a questo punto è su diversi aspetti. Da un lato infatti questo sviluppo tecnologico potrebbe avere molteplici impatti positivi su un tema, sempre più di attualità, come può essere quello della sicurezza e della difesa europea, atteso che la possibilità di utilizzare questi droni per creare uno scudo di difesa potrebbe ridurre la vulnerabilità delle nazioni europee ad attacchi esterni e migliorare la protezione delle infrastrutture critiche. Senza contare che la capacità di produrre internamente tecnologie avanzate per la difesa potrebbe ridurre la dipendenza dell’Europa da fornitori esterni, migliorando l’autonomia strategica del continente che è un altro aspetto da non sottovalutare soprattutto alla luce dell’attuale contesto geopolitico caratterizzato dal riaccendersi delle tensioni alle porte dell’Europa.
Dall’altro impone una riflessione sul confine tra uso difensivo e offensivo di questi sistemi d’arma. Anche in questo caso, se è vero che i droni possono essere impiegati per proteggere i confini e prevenire attacchi, lo è altrettanto che la stessa tecnologia può essere utilizzata per operazioni offensive, inclusi attacchi preventivi o incursioni in territorio nemico. Questa dualità solleva questioni etiche e legali su come e quando sia appropriato utilizzare tali tecnologie.
Un altro tema da considerare, sia pure in ottica prospettica, è il fatto che l’autonomia crescente dei droni nella preselezione degli obiettivi solleva preoccupazioni etiche. La capacità di un drone di operare autonomamente, soprattutto in ambienti in cui la comunicazione con l’operatore è interrotta, potrebbe portare a situazioni in cui le decisioni di vita o di morte potrebbero effettivamente prese da macchine.
Inoltre, la produzione su larga scala di droni avanzati potrebbe portare a una corsa agli armamenti, con altri Paesi che potrebbero essere incentivati a sviluppare o acquistare tecnologie simili per mantenere la parità. Il che potrebbe aumentare il rischio di conflitti armati e destabilizzare ulteriormente regioni già in tensione.
Da questo punto di vista quindi è essenziale che l’Europa rifletta attentamente su come bilanciare la necessità di sicurezza con il rispetto dei diritti umani e dei principi etici, dotandosi di una regolamentazione chiara sull’uso dei droni e dell’AI in ambito militare per garantire che siano utilizzati in conformità con il diritto internazionale e le norme etiche.
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