Nella prima settimana del suo nuovo mandato, la Commissione europea sta cercando di dimostrare il proprio rinnovato impegno per la promozione di tecnologie net-zero, essenziali per garantire la competitività dell’industria europea e il rispetto degli obiettivi climatici. Vediamo quali sono gli sforzi della Commissione, i nuovi bandi per la decarbonizzazione e cosa prevede la seconda asta della Banca europea dell’idrogeno.

Investimenti strategici per la decarbonizzazione

La Commissione europea ha lanciato due nuovi inviti a presentare proposte, con un budget complessivo di 3,4 miliardi di euro, per accelerare l’implementazione di tecnologie innovative di decarbonizzazione. Questo sforzo include il supporto a progetti per la produzione di batterie per veicoli elettrici e altre tecnologie di stoccaggio dell’energia. L’obiettivo è chiaro: rafforzare la leadership dell’Europa in tecnologie all’avanguardia, perseguendo al contempo la neutralità climatica entro il 2050.

Il Fondo per l’Innovazione e il sistema ETS

Entrambi i bandi sono finanziati dal Fondo per l’innovazione, che utilizza i ricavi del Sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE (ETS). Questo fondo è stato creato per sostenere progetti innovativi con il potenziale di ridurre significativamente le emissioni di gas serra. I progetti che si candidano al bando Net-Zero Technologies saranno valutati in base a criteri di riduzione delle emissioni, innovazione, maturità, replicabilità ed efficienza dei costi. Per la prima volta, gli Stati membri potranno integrare il bando con programmi di finanziamento nazionali attraverso l’opzione “Grants-as-a-Service”.

Focus sulle batterie per veicoli elettrici

Un’area di particolare interesse è la produzione di celle per batterie di veicoli elettrici, sostenuta da un bando di 1 miliardo di euro. Questo supporto è cruciale per mobilitare investimenti in tecnologie chiave per la transizione verso l’energia pulita e la competitività europea. La partnership tra la Commissione e la Banca europea per gli investimenti (BEI) prevede un’integrazione di 200 milioni di euro per sostenere progetti innovativi nella filiera della produzione di batterie, affrontando le sfide finanziarie e facilitando ulteriori operazioni di debito di rischio della BEI.

La spinta all’idrogeno rinnovabile

Parallelamente, la Commissione ha lanciato la seconda asta della Banca europea dell’idrogeno, con un budget di 1,2 miliardi di euro per sostenere la produzione di idrogeno rinnovabile nello Spazio economico europeo. Questa iniziativa mira a promuovere progetti che producono idrogeno classificato come combustibile rinnovabile di origine non biologica (RFNBO). La nuova asta include anche un meccanismo di “Auction-as-a-Service”, permettendo agli Stati membri di finanziare progetti non selezionati a causa di limitazioni di bilancio, riducendo l’onere amministrativo e i costi per tutte le parti coinvolte.

La strategia della Commissione europea per promuovere le tecnologie net-zero e l’idrogeno rinnovabile rappresenta un passo fondamentale verso un futuro sostenibile. Gli investimenti significativi e le nuove partnership dimostrano un impegno concreto per affrontare le sfide climatiche e rafforzare la competitività dell’industria europea anche se i problemi sul tavolo sono molti e complessi, a partire dalla crisi dell’automotive a proposito della quale la Commissione Ue, per bocca della vicepresidente della Commissione Ue con delega alla Transizione Pulita Tersa Ribera, ha dichiarato che non ci sarà nessun passo indietro sullo stop ai motori diesel e benzina dal 2035. “Non è una cosa che stiamo prendendo in considerazione e direi che non è una cosa che praticamente nessuno sta prendendo in considerazione“, ha sottolineato Ribera (a margine della sua visita alla ArcelorMittal di Gand, in Belgio) specificando invece che “la questione sul tavolo è come accompagnare l’industria automobilistica europea in un processo di trasformazione in corso e in una corsa industriale globale“.

Il dossier tuttavia dalle parti di Bruxelles è incandescente, visti i risvolti potenzialmente drammatici in termini di produttiva e di occupazione anche alla luce delle recenti vicende di Stellantis e del gruppo Volkswagen.

A tale proposito si starebbero intensificando i contatti tra le istituzioni Ue e le case automobilistiche per avviare il più brevemente possibile un dialogo strategico sul futuro dell’automotive in Europa. Sebbene il cronoprogramma non sia stato ancora messo a punto, non si esclude che il tema possa essere seguito in prima persona da von der Leyen, anche in considerazione del fatto che nel prossimo mese di gennaio è prevista la presentazione della cosiddetta Bussola della Competitività, ovvero della proposta di Palazzo Berlaymont per rilanciare l’industria europea.

Un primo compromesso potrebbe essere quello di congelare per il 2025 le sanzioni che scatteranno dal prossimo anno per chi non si adegua ai primi target di riduzione del 15% delle emissioni per i nuovi veicoli, scongiurando in questo modo le multe salate ai produttori di auto che potrebbero pesare fino a 15 miliardi di euro.


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