L’amministrazione di Joe Biden ha lanciato un’offensiva decisiva nella sua battaglia tecnologica contro la Cina, imponendo nuove severe restrizioni sull’export di semiconduttori avanzati. Questi componenti sono cruciali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e dei supercomputer, con applicazioni che spaziano dall’arsenale militare ai cyberattacchi e alla sorveglianza elettronica.
Il nuovo pacchetto di regole, contenuto in un documento governativo di oltre 150 pagine, richiede speciali permessi da Washington per qualsiasi esportazione di questi prodotti verso la Cina. Le restrizioni riguardano non solo i potenti chip di memoria ad ampia banda (Hbm), ma anche i macchinari e le tecnologie necessari per il loro design e produzione.
Il Dipartimento del Commercio ha ampliato la lista nera delle entità tecnologiche cinesi, aggiungendo 140 nuovi nomi. Tra questi, spiccano produttori di chip come Semiconductor Manufacturing International e gruppi legati a Huawei, oltre a importanti aziende di apparecchiature del settore come Naura, Acm Research e Piotech.
Gli Stati Uniti stanno collaborando con alleati chiave come Olanda e Giappone per limitare l’export di componenti critici con tecnologia statunitense verso la Cina. Gina Raimondo, a capo del Dipartimento del Commercio, ha definito le nuove misure come rivoluzionarie e radicali, sottolineando che sono le più severe mai attuate per impedire alla Cina di sviluppare chip avanzati per la sua modernizzazione militare.
Sebbene la mossa miri a mettere i bastoni tra le ruote alla politica tecnologica cinese, non mancano i critici anche negli Usa, preoccupati che queste misure possano non solo essere costose nel medio-lungo termine ma anche mettere a rischio il business di quelle aziende americane con maggiori interessi nel mercato cinese.
Da parte sua la Cina ha intensificato gli investimenti nella sua supply chain domestica, rafforzando le scorte di macchinari, componenti e chip, dichiarando però che la stretta Usa sui chip è una “coercizione economica” e ricorrendo, in modo quasi automatico, ad una ritorsione commerciale con un divieto all’export verso gli Stati Uniti di metalli rari, necessari a loro volta per la produzione di chip e attrezzature tecnologicamente avanzate (anche in ambito militare).
Leggi anche:
“Cina: la stretta Usa sui microchip è una coercizione economica“
“Da Pechino stop all’export verso Usa di metalli rari dopo la stretta sui chip“
Newsletter – Non perderti le ultime novità sul mondo dell’Intelligenza Artificiale: iscriviti alla newsletter di Rivista.AI e accedi a un mondo di contenuti esclusivi direttamente nella tua casella di posta!