Sapete, quando parliamo di intelligenza artificiale e del governo che inizia a ficcare il naso, mi viene subito in mente mip padre. Sempre lì a chiedersi: “Che cosa stai combinando con quegli amici che non mi convincono?” Solo che questa volta non si tratta del mio circolo di scacchi del liceo, ma di Microsoft e OpenAI che, secondo la Federal Trade Commission (FTC), potrebbero aver trovato modi troppo creativi per collaborare.
Microsoft ha investito una cifra che farebbe svenire qualsiasi contabile (oltre 13 miliardi di dollari!) in OpenAI. Un investimento così grande che mi fa pensare: perché fermarsi lì? Perché non comprare anche un pianeta per allenare ChatGPT? Naturalmente, la FTC non lo vede come un semplice gesto generoso. No, no! Si stanno chiedendo se dietro ci sia un tentativo di monopolizzare il mercato dell’IA come uno studente che monopolizza la pizza alla festa.
E poi c’è questa cosa che chiamano “governance e diritti di supervisione”, che suona come quando mio zia Assuntina vuole sapere esattamente quante olive ci sono nella sua insalata greca. La FTC vuole capire se Microsoft e OpenAI stiano fissando delle regole che rendono impossibile ad altri di giocare nel campo dell’IA.
La FTC non si ferma qui. Vogliono anche sapere se tutto questo strano ballo tra aziende stia influenzando i mercati, impedendo ai nuovi arrivati di entrare in scena. È come se una rock band gigantesca prenotasse ogni club in città, lasciando i giovani artisti a esibirsi nel garage della zia Marisa. Geniale, ma… forse un po’ troppo?
Microsoft dice che questa collaborazione sta accelerando l’innovazione. Ma per la FTC, è come quando ti dicono: “Non preoccuparti, è solo una cena con vecchi amici” e poi scopri che ci sono contratti in corso e chiavi delle città che volano sul tavolo.
In sostanza, l’intera faccenda ha il sapore di un classico dramma familiare: promesse, aspettative e sospetti. Con la FTC che interpreta la madre iperprotettiva e Microsoft e OpenAI nel ruolo dei figli “creativi”. Che dire? Aspettiamoci un finale a sorpresa, magari con qualche multa in sottofondo.