Apple Inc. è al centro di una controversia legale significativa, scaturita da una causa intentata da un ex dipendente che accusa l’azienda di violare la privacy dei lavoratori. La denuncia sostiene che Apple avrebbe monitorato attività personali, inclusi account iCloud privati e dispositivi personali, utilizzando le sue tecnologie avanzate per sorvegliare i dipendenti. Queste pratiche, secondo le accuse, mirerebbero a reprimere denunce o comportamenti contrari alle direttive aziendali. (GuruFocus)

Il caso si inserisce nel quadro della recente riforma californiana con la Equal Pay and Anti-Retaliation Protection Act (Senate Bill 497), entrata in vigore nel 2024. Questa legge modifica il Codice del Lavoro della California, facilitando i dipendenti nel presentare denunce per ritorsioni sul lavoro. Ora, se un’azione negativa contro un lavoratore avviene entro 90 giorni da un comportamento protetto, si presume che tale azione sia una ritorsione, spostando l’onere della prova sull’azienda.

Secondo la causa, Apple avrebbe adottato pratiche che includono la raccolta di dati dai dispositivi personali dei dipendenti, una mossa che potrebbe violare i diritti di privacy e libertà individuale. Gli avvocati della parte lesa sostengono che tali attività siano incompatibili con le rigide politiche di protezione della privacy che Apple pubblicizza per i propri utenti.

Questo caso potrebbe diventare un riferimento per le dispute legali in materia di privacy e diritti sul lavoro nel settore tecnologico, noto per la sua intensa raccolta e gestione di dati. Le aziende dovranno prestare maggiore attenzione a documentare in modo chiaro le ragioni di eventuali misure disciplinari, oltre a rafforzare le politiche interne per prevenire possibili violazioni.

Le nuove normative californiane rendono le controversie legali sui diritti dei dipendenti più semplici da avviare e potenzialmente più difficili da difendere per i datori di lavoro, soprattutto in mancanza di una documentazione rigorosa.