Confessarsi può essere difficile, ma c’è chi ha trovato più semplice farlo con un avatar di Gesù creato dall’intelligenza artificiale. Chi l’avrebbe mai detto? Un esperimento, durato più di due mesi, ha visto centinaia di persone andare a confessare i propri segreti più intimi e a dialogare con un ‘Gesù AI’ nella Cappella di San Pietro di Lucerna, in Svizzera. Il progetto, chiamato ‘Deus in Machina’, sembra aver dimostrato che per molte persone è stato più facile aprirsi e parlare con l’avatar in questione. Come dire, meno imbarazzo e più tecnologia.

Un avatar di Gesù su uno schermo di un computer – collocato in un confessionale – risponde alle domande dei visitatori su fede, moralità e difficoltà contemporanee, offrendo risposte basate sulle Scritture. L’idea, ha spiegato l’assistente teologico della cappella, era riconoscere l’importanza crescente dell’Intelligenza Artificiale nella vita umana, anche in ambito religioso, ed esplorare i limiti della fiducia umana in una macchina. Praticamente, una fusione tra il divino e il digitale.

Cappella di San Pietro a Lucerna (Svizzera)

Circa 900 conversazioni con i visitatori – alcuni dei quali sono tornati più volte – sono state trascritte in modo anonimo. Fuori dalla cappella, un cartello invitava i visitatori a entrare nel confessionale – scelto per la sua intimità – e, al di sotto di una grata attraverso cui solitamente i fedeli parlano con un sacerdote, una luce verde segnalava il momento per parlare, mentre una luce rossa si accendeva quando ‘Gesù AI’, su uno schermo dall’altra parte, rispondeva. Dopo l’uscita, quasi 300 visitatori hanno compilato questionari che hanno contribuito al rapporto che è stato appena pubblicato.

Gli organizzatori del progetto lo hanno definito in gran parte un successo: i visitatori spesso uscivano commossi o immersi in riflessioni, raccontando di aver trovato facile interagire con l’Intelligenza Artificiale. Insomma, un’esperienza che ha fatto riflettere e sorridere.

Tuttavia, non tutti sono convinti.

“Attenti alla fede fai da te“, avverte il vice presidente Cei, la Conferenza episcopale italiana, e vescovo di Cassano allo Ionio, mons. Francesco Savino. Anche Papa Francesco ha definito l’Intelligenza Artificiale ‘fascinosa e tremenda’. Fascinosa perché cattura seduzione, ma anche tremenda perché chiaramente può generare anche paura o qualche incertezza. Per Savino, l’Intelligenza Artificiale dovrebbe concentrarsi nel dare una mano “nella lotta alle diseguaglianze”, lasciando però da parte le questioni religiose.

Mons. Savino teme che queste nuove forme ‘religiose’ possano prendere piede in un’epoca dominata da individualismo e soggettivismo, rischiando di far perdere di vista la tradizionale esperienza di fede.

“Il miglior modo per coltivare un dialogo con Gesù”, suggerisce Savino, “è aprire la Sacra Scrittura, soprattutto il Nuovo Testamento e i Vangeli, rispondendo nella preghiera con la Parola.” Insomma, l’avatar generato dall’intelligenza artificiale, per quanto innovativo, “crea molte, molte perplessità.”

E chissà, magari un giorno vedremo un’App con confessioni istantanee e indulgenze in formato digitale. Ma, per ora, sembra che ci sia ancora chi preferisce il vecchio approccio tradizionale.


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