La recente escalation militare in Ucraina ha portato alla ribalta una nuova generazione di armamenti: i missili ipersonici, capaci di cambiare drasticamente il panorama strategico globale. L’attacco russo alla città ucraina di Dnipro del 20 novembre rappresenta un salto tecnologico e geopolitico, evidenziando l’uso del missile sperimentale “Oreshnik”, un’arma con capacità devastanti e un chiaro messaggio politico per l’Occidente.

Img. Pacelink

L’Oreshnik e la Tecnologia Ipersonica

Il missile “Oreshnik” si distingue non solo per le sue capacità ipersoniche, ma anche per l’utilizzo di un sistema MIRV (Multiple Independently Targetable Reentry Vehicle). Questo sistema consente di trasportare testate multiple, ciascuna in grado di colpire obiettivi separati, una tecnologia finora associata principalmente ai missili balistici intercontinentali (ICBM).

A differenza degli ICBM, che seguono una traiettoria prevedibile nello spazio, i missili ipersonici volano a velocità superiori a Mach 5 e mantengono la rotta all’interno dell’atmosfera, potendo manovrare per eludere le difese nemiche. Questa combinazione di velocità e manovrabilità li rende particolarmente difficili da intercettare, ponendo serie sfide alle tecnologie di difesa esistenti.

L’uso di un missile ipersonico in Ucraina rappresenta più un messaggio geopolitico che un’esigenza militare. Nonostante l’Oreshnik sia tecnicamente in grado di infliggere danni devastanti, il Cremlino avrebbe potuto ottenere risultati simili con armamenti convenzionali a costi decisamente inferiori.

Il tempismo dell’attacco appare strategico: in risposta all’autorizzazione americana per l’uso di sistemi missilistici ATACMS da parte dell’Ucraina contro obiettivi russi, la mossa di Mosca serve a riaffermare la propria posizione di potenza globale, inviando un avvertimento a Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Questo contesto si intreccia con la complessa transizione politica negli Stati Uniti, dove l’amministrazione Biden sembra voler rafforzare l’Ucraina prima dell’insediamento del Presidente eletto Donald Trump.

L’Oreshnik evidenzia la crescente competizione globale nello sviluppo di missili ipersonici. Oltre a Russia, Stati Uniti, Cina e Corea del Nord, anche l’India si è recentemente unita a questa corsa, annunciando il successo del suo primo test ipersonico. Tuttavia, gli Stati Uniti, pur non avendo ancora impiegato operativamente tali armi, stanno investendo miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, con un budget previsto di 6,9 miliardi di dollari per il 2025.

Questa tecnologia rappresenta un punto di svolta nelle strategie militari globali, rendendo obsolete molte delle attuali infrastrutture di difesa antimissilistica. L’interesse per le armi ipersoniche non risiede solo nella loro capacità distruttiva, ma anche nella loro potenziale applicazione come strumenti di pressione politica e deterrenza.

Considerazioni Strategiche

L’uso del missile ipersonico da parte di Mosca solleva interrogativi sulle implicazioni di una possibile escalation nucleare. Nonostante i continui riferimenti di Putin alla possibilità di un conflitto nucleare, finora il Cremlino ha preferito mantenere queste minacce a livello retorico, puntando sulla paura come leva diplomatica.

Il futuro delle relazioni geopolitiche sarà inevitabilmente influenzato dall’evoluzione di queste tecnologie. Mentre i missili ipersonici come l’Oreshnik rappresentano una minaccia immediata, il loro sviluppo e dispiegamento rimarcano l’urgenza di nuove regole internazionali per governare la proliferazione di armi avanzate.


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