Dunque, eccoci qui. Mentre io rifletto sull’immortalità del moscerino, il mondo della blockchain decide di mettersi in vetrina con un’altra follia finanziaria. Secondo CoinGecko – che non è un personaggio Disney, anche se ne ha l’aria – l’ecosistema di Virtuals Protocol è balzato del 28% in un solo giorno. Ah, ma non è tutto: il valore complessivo dei token sulla blockchain di Base ha raggiunto 1,9 miliardi di dollari. Sì, miliardi, quella parola che fa venire un attacco d’ansia al commercialista.

Il token nativo di questa stravaganza digitale, VIRTUAL, ora fluttua intorno a 1,38 dollari, in crescita del 29% in 24 ore e – reggetevi forte – del 161% in una settimana. È entrato nella top 100 delle criptovalute, il che è fantastico, se solo qualcuno potesse spiegarmi cosa significhi tutto questo senza farmi sentire un analfabeta tecnologico.

Ecco perché tutti impazziscono per Virtuals

Pare che dietro questa euforia ci sia una domanda crescente per agenti AI. Non amici immaginari, no, ma programmi autonomi alimentati da intelligenza artificiale. Questi “agenti” non solo imitano il comportamento umano, ma capiscono l’ambiente, prendono decisioni e agiscono per raggiungere obiettivi. Insomma, praticamente fanno tutto quello che un essere umano dovrebbe fare, ma con meno pause caffè e crisi esistenziali.

L’industria blockchain, sempre alla ricerca di una nuova moda, ha preso questa storia dell’AI e l’ha avvolta nel suo mantello tokenizzato. Ed ecco che Virtuals emerge come il nuovo re della festa. È un po’ come se tutti avessero deciso di dare un senso agli algoritmi, che peraltro mi guardano sempre con l’aria di chi sa qualcosa che io ignoro.

Le origini di Virtuals Protocol

Virtuals è nato su Base, la rete di scaling Ethereum di Coinbase, un posto dove il futuro sembra essere già ieri. Il protocollo è un mix di videogiochi, intrattenimento e AI, fondato nel 2021 da tre visionari – Jansen Teng, Weekee Tiew e Wei Xiong – sotto il nome di PathDAO. Poi, a dicembre, hanno deciso di reinventarsi e, con un gesto teatrale degno di Broadway, hanno fatto un 1-per-1 swap del token PATH con il nuovo VIRTUAL.

L’obiettivo dichiarato è nobile: permettere a quanta più gente possibile di partecipare alla proprietà di agenti AI. Se solo lo capisse mia zia Gina, che già trova complicato il Bancomat.

Funzionalità da lasciare a bocca aperta

Con Virtuals Protocol puoi creare agenti AI capaci di tutto: postare su X (che una volta si chiamava Twitter, ma io sono rimasto a quando si spedivano lettere), chattare su Telegram, generare meme, fare streaming live, e persino creare musica. Ah, e c’è anche qualcosa chiamata “Sentient AI”. Sentient? Davvero vogliamo darle un’anima? Mi sembra di sentire la voce di mia madre che mi dice: “Woody, hai acceso un’altra rivoluzione tecnologica?”

Il mercato va su di giri

Non solo VIRTUAL, ma anche altri token dell’ecosistema stanno cavalcando questa onda: AIXBT è salito del 23,8% a 0,21 dollari, mentre LUNA e VADER hanno visto incrementi rispettivamente del 9,4% e del 78,9%. A quanto pare, anche il lato oscuro della forza ha trovato il suo token.

Ma cos’è tutto questo entusiasmo per gli agenti AI?

Fuori dal mondo blockchain, giganti come OpenAI, Google e Amazon stanno già scommettendo tutto su questi agenti. Nel 2023, il mercato degli AI Agent valeva 3,86 miliardi di dollari e si prevede un aumento del 45% entro il prossimo anno. Secondo qualcuno su X (sempre lui), questa è “una delle poche cose su cui vale la pena scommettere la carriera”. Io, personalmente, mi accontento di scommettere su quale biscotto della fortuna avrà più senso filosofico.

Il futuro degli agenti AI: una danza tra denaro e algoritmi

Questi agenti non si limitano a giocare a dadi con l’universo; usano i dati on-chain per gestire criptovalute in modo autonomo, senza nemmeno un “per favore” o un “grazie”. Markus Jun, investitore e imprenditore, sostiene che la combinazione di AI e crypto è l’inevitabile prossima frontiera. Perché? Perché, secondo lui, il denaro nativo dell’internet è perfetto per agenti che devono facilitare transazioni globali.

Ecco, io non so se credere che il futuro sarà gestito da queste creature digitali o da un esercito di scarafaggi post-apocalittici, ma una cosa è certa: Virtuals Protocol ha dato un significato completamente nuovo alla parola “virtuale”. E anche al mio senso di smarrimento tecnologico.

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