Non so voi, ma io ho sempre avuto un rapporto complicato con i telefoni. Da piccolo, ogni volta che il telefono squillava, mi chiedevo se fosse una buona notizia o un parente che voleva raccontarmi l’ennesima storia del loro gatto malato. Ora, nel 2025, sembra che i telefoni abbiano preso una piega più personale: non solo interrompono le chiamate a caso, ma lo fanno con l’arroganza di chi sa che non li cambierai comunque.
Prendiamo Apple, per esempio. Quelli che riescono a farti comprare lo stesso telefono con un colore diverso e un nome diverso ogni anno. Beh, ora pare che il loro grande piano sia di progettare un modem interno per alcuni dei loro modelli futuri, inclusi l’iPhone SE e il prossimo iPhone ultra-sottile. Sì, perché se c’è una cosa che vogliamo da un telefono è che sia più sottile, così sottile da poterlo perdere nel divano.
Ma questo modem, dicono gli esperti, è come quel parente che si presenta sempre in ritardo: non affidabile. Rispetto a quelli di Qualcomm, il colosso dei modem, quello di Apple ha velocità di picco più basse e una tendenza inquietante a perdere il segnale. Insomma, stai parlando con qualcuno e puff, il modem decide che è ora di una pausa caffè.
Eppure, Apple non sembra preoccuparsene. Forse pensano che i loro clienti siano ormai rassegnati. Voglio dire, chi fa ancora chiamate vocali nel 2025? La maggior parte di noi comunica con emoji, GIF e quella confusa sintesi vocale che Siri insiste a chiamare “conversazione naturale”. Eppure, c’è qualcosa di profondamente irritante nel perdere una chiamata proprio mentre stavi per chiudere un affare importante o dire qualcosa di sarcastico al tuo amico.
Ma Apple non è sola in questa crociata per il controllo totale. Anche Xiaomi e Google hanno deciso che vogliono creare i loro chip interni. Il risultato? Chip che fanno sembrare quelli di Qualcomm opere d’arte tecnologica. Google, ad esempio, con i suoi Pixel, ha deciso di fare tutto in casa, con risultati che fanno rimpiangere i vecchi Nokia indistruttibili. E non parliamo dei Pixel 6, che avevano un chip così poco performante che sembrava progettato da un gruppo di stagisti stanchi.
Eppure, questa tendenza continua. Perché? Semplice: denaro e controllo. Apple, Google e soci vogliono risparmiare sui costi e, soprattutto, non dipendere da aziende esterne. È una mossa logica, se non fosse per il piccolo dettaglio che i consumatori finiscono per usare telefoni che sembrano macchine del tempo, riportandoci all’era delle chiamate interrotte.
C’è una morale in tutto questo? Forse. O forse è solo che ci piace complicarci la vita. Voglio dire, pensateci: abbiamo creato telefoni che possono scattare foto che sembrano dipinti rinascimentali, ma non riusciamo ancora a fare una chiamata senza che cada. Forse, nel 2025, dovremmo smettere di cercare il telefono perfetto e accettare che la tecnologia, come noi, è imperfetta. E quando la prossima chiamata cadrà, almeno sapremo chi incolpare.