Un team di ricercatori danesi sta utilizzando l’intelligenza artificiale (AI) e un vasto archivio di dati per studiare e prevedere le tappe principali della vita umana, fino alla sua conclusione. Il progetto, denominato life2vec, non è mosso da morbose curiosità, bensì dall’obiettivo di dimostrare il potenziale e i rischi di queste tecnologie avanzate.

Secondo Sune Lehmann, professore alla Technical University of Denmark (DTU) e uno degli autori dello studio pubblicato su Nature Computational Science, le applicazioni di questa ricerca sono virtualmente infinite: “Può prevedere esiti di salute, come fertilità o obesità, e addirittura se una persona si ammalerà di cancro o guadagnerà molto denaro.”

La tecnologia si basa su algoritmi di apprendimento profondo, simili a quelli che alimentano sistemi come ChatGPT, ma applicati a dati relativi a eventi della vita: nascita, istruzione, benefici sociali, spostamenti geografici, e persino orari di lavoro.


Il Cuore del Progetto: Sequenze di Vita e Previsioni

Life2vec si fonda sull’idea che la vita sia una sequenza di eventi concatenati: nascita, visite mediche, matrimonio, cambi di residenza e, inevitabilmente, la morte. Analizzando i dati di circa sei milioni di cittadini danesi raccolti dall’agenzia ufficiale Statistics Denmark, il modello può prevedere con sorprendente accuratezza molteplici esiti futuri.

Ad esempio, il sistema è stato testato su un gruppo di persone tra i 35 e i 65 anni per determinare se sarebbero morte in un periodo di quattro anni. L’algoritmo ha raggiunto una precisione del 78%, superando qualsiasi altra soluzione algoritmica disponibile. Quando applicato a previsioni di migrazione (ad esempio un cambio di città o paese), la precisione è del 73%.

Questi risultati rappresentano una pietra miliare nella capacità di “prevedere la vita”. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che il progetto rimane confinato all’ambito accademico e non è ancora pronto per applicazioni commerciali o pratiche.


Una Bussola Etica in un Mare di Opportunità Commerciali

L’aspetto etico del progetto è uno dei pilastri per il team di ricerca. Lehmann evidenzia come le grandi aziende tecnologiche già investano in algoritmi simili, ma senza trasparenza: “Non rendono pubblici i loro modelli, non ne discutono. Li usano principalmente per vendere più pubblicità e prodotti.”

Questo crea il rischio che tali strumenti possano essere sfruttati per discriminazioni economiche o sociali. Pernille Tranberg, esperta danese di etica dei dati, mette in guardia contro l’uso improprio di algoritmi predittivi, specialmente in ambiti come assicurazioni o prestiti bancari. “Potrebbero categorizzarti come ad alto rischio per via di una malattia cronica, e ciò comporterebbe premi assicurativi più alti o addirittura la negazione di un servizio,” spiega.


Un Progetto Visionario e Cautamente Riservato

Per ora, life2vec non è accessibile al pubblico o alla comunità scientifica più ampia. L’approccio dei ricercatori è cauto: “Stiamo esplorando cosa è possibile e cosa non lo è,” sottolinea Lehmann, aggiungendo che l’obiettivo è sviluppare un contrappunto pubblico e trasparente alle applicazioni commerciali di AI spesso opache.

Allo stesso tempo, il team guarda al futuro, cercando di studiare non solo esiti individuali, ma anche l’influenza delle connessioni sociali sulla salute e sulla durata della vita.


Il potenziale dell’intelligenza artificiale nell’anticipare gli eventi della nostra esistenza è straordinario, ma ogni passo avanti deve essere accompagnato da una rigorosa attenzione etica e dalla trasparenza, per garantire che questa tecnologia serva il bene comune e non sia sfruttata a scopi discriminatori o esclusivamente commerciali.