Databricks sta tentando di raccogliere tra i 7 e i 9 miliardi di dollari, una cifra che, se raggiunta, sarebbe una delle più grandi in assoluto nel panorama delle raccolte fondi private, superando anche quelle di colossi come OpenAI e Stripe dello scorso anno. Se il round di finanziamento dovesse andare a buon fine, si tratterebbe di un segnale di potenza per la compagnia e per l’intero settore tecnologico, confermando l’esistenza di un mercato ancora aperto e ricco di opportunità per gli investitori privati.

Secondo quanto dichiarato dalla compagnia, i fondi raccolti servirebbero principalmente a due scopi fondamentali: garantire una liquidità per i dipendenti che desiderano monetizzare le loro azioni vincolate e coprire le imposte relative a tali transazioni. In altre parole, l’operazione sarebbe finalizzata principalmente a facilitare i pagamenti ai dipendenti, una mossa che sta diventando sempre più comune nelle aziende tecnologiche in rapida crescita. Il contributo di Thrive Capital, un investitore che ha già sostenuto giganti come Stripe e OpenAI, conferma la fiducia degli investitori nel potenziale futuro di Databricks. In effetti, è stato impegnato un miliardo di dollari a supporto di questa iniziativa.

La valutazione di Databricks è destinata a superare i 55 miliardi di dollari riportati in precedenza, arrivando ad un valore che potrebbe toccare i 61 miliardi di dollari, ovvero circa 92 dollari per azione. Questo segna un aumento di circa il 24% rispetto al round di finanziamento precedente. Tuttavia, la valutazione di Databricks potrebbe risultare eccessivamente elevata, soprattutto quando confrontata con quella di Snowflake, che ha una capitalizzazione di mercato di 43 miliardi di dollari e una valutazione di circa 12 volte il fatturato previsto per quest’anno. In confronto, Databricks potrebbe essere valutata a più di 23 volte il fatturato atteso, creando così una divergenza significativa che solleva dubbi tra gli investitori.

L’iniziativa di Databricks evidenzia una tendenza più ampia che sta emergendo nel settore tecnologico. In effetti, negli ultimi due anni, molte delle principali aziende tecnologiche finanziate da venture capital hanno raccolto fondi in modo simile, non tanto per finanziare l’espansione, quanto per compensare dipendenti e investitori o per pagare le tasse derivanti dalle operazioni di cashout. Compagnie come Stripe, CoreWeave, Figma, Canva, Revolut, e Rippling hanno anch’esse ricevuto enormi quantità di denaro, un fenomeno che solleva interrogativi sulle reali motivazioni di queste operazioni. Questo modello di raccolta fondi, pur non direttamente correlato all’espansione operativa delle aziende, sta facendo emergere dinamiche complesse nel mercato delle IPO e delle acquisizioni.

Se questo round di finanziamento dovesse concludersi positivamente, dimostrerebbe l’incredibile appetito degli investitori per le “migliori” aziende private, anche quando la valutazione appare come una scommessa audace. Tuttavia, sarà interessante vedere come il mercato reagirà a una valutazione così alta e a un approccio che sembra indirizzato principalmente a creare una maggiore liquidità per i dipendenti, piuttosto che sostenere l’espansione dell’azienda.

Nel contesto di un mercato in rapida evoluzione, con dinamiche sempre più influenzate dal capitale privato, Databricks potrebbe diventare il faro di un cambiamento nell’approccio alle raccolte fondi delle aziende tecnologiche. L’intero settore potrebbe trovarsi a riflettere se questo tipo di raccolta fondi rappresenti un nuovo paradigma, capace di spingere le valutazioni a livelli mai visti prima, o se questa pratica finirà per creare un mercato artificioso che, nel lungo termine, potrebbe non giustificare i suoi valori attuali.

Nel frattempo, la decisione di investire in Databricks rappresenta una mossa ad alto rischio, ma anche un’opportunità che molti investitori, disposti a prendere questo rischio, stanno cercando di cogliere. Il futuro di Databricks, come quello di altre grandi aziende tecnologiche che puntano ad una crescita robusta, sarà sicuramente segnato da un equilibrio delicato tra valutazione, aspettative di rendimento e dinamiche di mercato sempre più imprevedibili.

Se la raccolta fondi dovesse andare a buon fine, Databricks potrebbe consolidare la sua posizione come uno dei giganti del settore tecnologico, con la sua valutazione che potrebbe riscrivere gli standard di ciò che è possibile nel mercato delle aziende private.